Le Iene tornano domani in tv e già hanno fatto registrare un record: due polemiche prima ancora che il programma abbia inizio. Da una parte il caso Stamina e dall’altra il caso Ferrari. Da un lato i tre medici che incolpano il programma di Italia 1 di aver contribuito, con i propri servizi, ad avere costruito «l’inganno stamina». Dall’altro la giornalista sportiva Rai svenuta durante quella che chiama un’«aggressione» degli inviati del programma. In entrambi i casi c’entrano gli ospedali, o quasi. Alcuni giorni fa Elena Cattaneo (senatrice a vita e direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’università di Milano), Michele De Luca (uno dei massimi esperti mondiali di staminali) e Gilberto Corbellini (storico della medicina e delle scienze) hanno accusato la trasmissione di Italia 1 di fare informazione-spettacolo, affermano che «l’uso della vicenda Stamina» fatto dal programma è «un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà di informazione, da cui sono venuti danni irreparabili a persone e alla sanità pubblica». «Le Iene hanno gravi colpe nell'avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, «l’inganno Stamina», dicono, «con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello “stregone di Moncalieri” e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello di uno o più stregoni». Davide Parenti, il capo degli autori del programma, si difende: «Abbiamo solo raccontato». Tutto questo mentre procede l’inchiesta giudiziaria sul discusso metodo: sono indagate 20 persone, tra cui anche lo stesso Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation. A un passo dal ricovero, invece, ci è finita Paola Ferrari. La giornalista domenica stava entrando alla Rai di Corso Sempione quando è stata avvicinata dalla Iena cosiddetta «twerkatore»: vestito in canotta e mutandoni con parrucca bionda era effettivamente abbastanza brutto, gli strusciamenti inquietanti, le «vittime» di questo scherzo di solito ridono ma ognuno ha la propria soglia di sensibilità e quella di Paola Ferrari è stata urtata, con conseguenze inimmaginabili. È svenuta e ha avuto un malore. «Adesso sto meglio», racconta a Libero, «se prima ero provata, adesso sono arrabbiata. I miei avvocati hanno chiesto alle Iene di non trasmettere il video domani sera. Lo hanno già messo sul web e la cosa non mi piace, si tratta di violazione della privacy. Non volevo parlare dell’accaduto, l’ho fatto solo dopo che sono state mostrate le immagini». La giornalista denuncia «la deriva della tv, non accetto uno scherzo simile fatto a una donna, la tv non può essere questa». Ripercorre quei momenti: «Stavo entrando al lavoro. Da dietro spunta un tizio vestito strano. Ho creduto fosse un maniaco, uno squilibrato. Fa delle delle mosse pseudo sessuali. Vengo pressata, non riesco a entrare nel palazzo. Quando ci riesco questo tizio scappa via quindi resto convinta che fosse un pazzo. Non conoscevo lo scherzo, non potevo sapere si trattasse di una burla. Che è venuta malissimo, quindi chi l’ha fatta si deve prendere le sue responsabilità». «Questa è la tv di oggi? Spaventare la gente per gli ascolti?», si chiede Paola Ferrari. «È mancanza di rispetto, un brutto episodio. Riflettiamoci», conclude. Davide Parenti si è scusato pur rimandendo incredulo per la reazione della giornalista. Qualcuno potrebbe pensare: certo che queste Iene esagerano. Alzano i toni, rompono le scatole. Il più delle volte - siamo convinti - gli inviati del programma fanno bene il loro lavoro; quando trattano di politica, pedofili, droga, e tanti altri argomenti importanti, sono uno dei più efficaci programmi giornalistici in Italia. Detto questo, quando si fa televisione premendo costantemente il piede sull’acceleratore, può capitare che tu ti possa schiantare. Se fai un servizio in cui insulti un vip, su dieci che incassano sportivamente ne puoi trovare uno che risponde con un ceffone o con una querela. Parenti lo sa bene: «Facciamo i funamboli, c’è il rischio di cadere dal filo». di Alessandra Menzani
