Colpa dei sindacati se i salari sono bassi

di Maurizio Belpietrodomenica 28 settembre 2014
Colpa dei sindacati se i salari sono bassi
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Partendo dall’articolo 18, Virus, la trasmissione di Raidue, giovedì ha processato i sindacati, con anche un piccolo-grande scoop: il sistema con cui alcune organizzazioni dei lavoratori gestiscono le finanze. In studio la contabile pentita della Camera del lavoro di Messina, una signora che prima di essere licenziata con l’accusa di appropriazione indebita ha tenuto i conti per una ventina d’anni. Nell’intervista a Nicola Porro la donna ha parlato di fondi neri, scontrini falsi, orologi e spese private. Tutto da dimostrare ovviamente, anche perché sulla vicenda è pendente un’inchiesta della magistratura, cui l’ex funzionaria della Cgil dice di essersi rivolta, denunciando tutto. Tuttavia, in attesa che i giudici si pronuncino, forse sarebbe ora che i sindacati, Cgil per prima, decidessero di applicare la Costituzione. Sempre pronti a richiamare i principi della Carta della nostra Repubblica, le Confederazioni invece se ne dimenticano quando si parla di loro. E sì che l'articolo 39 è chiaro e alle organizzazioni dei lavoratori riconosce la massima libertà, purché si assoggettino a una registrazione e ad alcune regole democratiche (tipo uno statuto con norme precise per l'elezione della rappresentanza e la conseguente documentazione dei bilanci). Ecco, forse è proprio questo il punto. Registrarsi significa avere personalità giuridica, avere delle regole certe e dei conti certificati e forse a questo i capi di Cgil, Cisl e Uil non sono pronti. Meglio gestire tessere, nomine e affari come se fossero una cosa privata e non come se fossero una questione che riguarda milioni di persone, quei milioni di lavoratori e pensionati che ogni mese - consapevoli o meno - versano automaticamente un contributo al sindacato. Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro

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