C'era già il discorso. Con tanto di incipit. "Mai avrei immaginato di trovarmi su questo palco". Così, sette mesi fa, ovvero a cavallo tra settembre e ottobre 2013, avrebbe dovuto aprirsi la vita politica di Marina Berlusconi. Era l'autunno del governo Letta, con le larghe intese che di lì a poco sarebbero state "azzoppate" dall'uscita del Pdl dalla maggioranza, nella quale sarebbe rimasto il solo Alfano col suo Ncd. Della discesa in campo della "Cavaliera" si parlava, per la verità, già dall'estate precedente. Con lei, la primogenita al timone delle società di famiglia, che si era sempre schermita, dicendo che la politica non faceva per lei e che troppo importante era il suo ruolo in Fininvest e Mondadori. Ma dopo quell'estate, come scrive Il Corriere della Sera, il Cav aveva già capito che Letta non sarebbe andato avanti molto. E che Alfano non sarebbe stato l'uomo giusto per guidare il partito verso elezioni che lui riteneva più che probabili all'inizio del 2014. Poi c'è stato quel che c'è stato: lo strappo con Angelino, la presa di Palazzo Chigi di Renzi senza passare dalle urne. E il momento di Marina è passato. A logorare quel testo pronto sette mesi fa è stato il radicale cambiamento di scenario, in base al quale l'erede dovrebbe oggi fare i conti con Renzi e Grillo, che l'ex ministro Matteoli decrive come "i figli (politici, ndr) di Berlusconi". Certo, scrive ancora il Corsera, l'eventuale discesa in campo di Marina resta all'orizzonte, ma come strumento per esorcizzare il declino di un partito che pare non riuscire a schiodarsi, nei sondaggi, dal 20%. Ma sarà una discesa in campo da valutare con grande attenzione, visto che al monto Renzi e Grillo paiono aver cannibalizzato la competizione politica.