#90secondi, Pietro Senaldi: in Catalogna si può picchiare ma non votare

di Matteo Legnanidomenica 1 ottobre 2017
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Più di 500 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni. E il voto, che pur si è svolto, nei fatti negato. E' stata una domenica di violenze quella che è trascorsa a Barcellona e in Catalogna, dove si teneva il referendum per l'indipendenza dalla Spagna. Il diritto di andare a votare è stato negato, quello di picchiare chi voleva esprimere la sua volontà col voto, no. Certo, Madrid aveva dichiarato incostituzionale il referendum catalano, e tanto è bastato perchè violenze contro un popolo nel cuore dell'Europa siano state pressochè ignorate nella democratica Europa. E poi le costituzioni si possono anche cambiare, se vanno contro la volontà dei popoli. D'altra parte, tutte le nazioni moderne, come la Germania e gli Stati Uniti, hanno fondamenta federali. E il federalismo ha un effetto centripeta, perchè fa sentire il potere vicino al cittadino e non lontano e distante come avviene in molti Stati centralisti tra i quali l'Italia. Dove invece il potere resta lontano, il cittadino è incentivato alla fuga. Per questo, la maggiore autonomia che Lombardia e Veneto vogliono da Roma, e che per ottenere la quale andranno al referendum il prossimo 22 ottobre, non può che avere un effetto positivo anche per l'unità del Paese.

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