Bristol, 16 lug. (Adnkronos) - Le calotte polari si stanno sciogliendo rapidamente e il livello dei mari si alzerà di 63 metri? Dopo tante ricerche che mettevano in guardia dalle conseguenze sui poli del riscaldamento globale, adesso pare di no. A dirlo è uno studio di un gruppo di scienziati dell'università di Bristol in Gran Bretagna e di Colorado negli Stati Uniti, che sostiene che le osservazioni satellitari di cui si dispone non coprono un arco di tempo sufficientemente lungo per poter affermare che il disgelo sia un fenomeno in accelerazione, e caratteristico di questi ultimi anni, o piuttosto un fenomeno naturale inquadrabile in un ciclo a lungo termine. La questione non va inquadrata nell'eterna diatriba degli studi contrapposti ma va piuttosto considerata con attenzione; se infatti lo scioglimento delle calotte sta davvero accelerando entro il 2100 il livello del mare si innalzerà di 43 centimetri in più rispetto alle previsioni con gravi danni per le centinaia di milioni di persone che vivono tra estuari dei fiumi, bacini fluviali ed isole. Secondo gli esperti si dovranno però aspettare i successivi rilevamenti satellitari prima di poter avere delle risposte concrete, certo è che se le calotte polari dovessero sciogliersi completamente, considerando che trattengono il 99% dell'acqua dolce presente sul pianeta, il livello dei mari salirebbe di 63 metri, con conseguenze disastrostre. Per avere dati certi e capire se le calotte stanno subendo variazioni della quantità dei ghiacci in ordine alle 10 miliardi di tonnellate all'anno in più per ogni anno, bisognerebbe aspettare almeno 10 anni per l'Antartide e 20 per la Groenlandia. La situazione comunque non è certo da sottovalutare, la diminuzione dei ghiacciai è infatti stimata nell'ordine di 300 miliardi di tonnellate all'anno con una velocità che sembra essere progressivamente aumentata.