Chiamiamola operazione nostalgia. Secondo Wanda Marra del Fatto quotidiano, Walter Veltroni potrebbe tornare a dirigere l'Unità, quotidiano di casa Pd che non versa in acque calmissime. Il fondatore del Partito democratico era già stato alla guida dell'allora organo dell'ex Pci-Pds tra 1992 e 1996 e i risultati, in termini editoriali, furono ottimi: lo sbarco online, le vendite salite da 117.000 a 151.000. E soprattutto l'introduzione delle videocassette dei grandi classici del cinema in allegato al giornale. Novità che passerà alla storia, così come le critiche che vogliono la scelta del cinefilo Veltroni alla base della imminente, irrimediabile crisi economica che metterà in ginocchio il giornale a cavallo degli anni Duemila, portandolo alla chiusura temporanea (proprio quando a Palazzo Chigi c'era un ex comunista, e gran rivale di Walter, Massimo D'Alema). Bene, il precedente non troppo benaugurante non allontana l'ipotesi. Anche perché, scrive il Fatto, l'attuale direttore Claudio Sardo starebbe per fare le valigie in quanto nominato a suo tempo su designazione dell'ex segretario Pierluigi Bersani, caduto come noto in disgrazia. Al suo posto dovrebbe subentrare il vicedirettore Luca Landò, con incarico ad interim, in attesa che la situazione societaria sia più chiara. L'editore di riferimento Renato Soru è in uscita e gli altri azionisti cercano un nome forte per la direzione in modo da attirare nuovi soci. E quale nome forte meglio del poliedrico Uòlter Veltroni? Attualmente impegnato tra libri e cinema (sta girando un film per il 30esimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer) ma fuori dai giochi politici, Veltroni sarebbe un ritorno alla "guida forte" che manca dai tempi di Furio Colombo e Antonio Padellaro (il duo della rinascita editoriale, filo-manettara e travagliesca), dopo le parentesi piuttosto deludenti di Concita De Gregorio e dello stesso Sardo. Veltroni però pone una sola condizione: avere investimenti e più soldi a disposizione per non dover fare le nozze coi fichi secchi.