Una Boschi da baciare, mica da ascoltare

di Giulio Bucchidomenica 20 dicembre 2015
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Quando Maria Elena Boschi ha finito di parlare difendendo se stessa e il suo papà (meno bene) sulla vicenda Etruria, c'è stata la gara a baciarla, accarezzarla, abbracciarla (Ivan Scalfarotto si è pure lanciato in un baciamano non particolarmente riuscito). Ma mentre parlava anche i big davano poco peso a quello che stava dicendo e mezzo Pd era occupatissimo a fare gli affari suoi: leggendo un giornale, guardando l'Ipad o chattando sul telefonino. Marco Di Stefano aveva già iniziato le grandi pulizie di Natale, Pierluigi Bersani era fra l'annoiato e il disinteressato, Gianni Cuperlo cercava di recuperare alla sua mini-minoranza Pd i transfughi alla Stefano Fassina. La Boschi ha continuato il discorso, ma poi si è vendicata. Così quando parlavano gli oratori a sua difesa o accusandola, lei non ha quasi mai ascoltato. Giocando con il telefonino, facendo una gara di sms con Marianna Madia con cui parlottava di nascosto come fanno i bimbi sui banchi di scuola nella speranza di sfuggire alla maestra... Una giornata da asilo Mariuccia, che racconta bene il Parlamento italiano... di Franco Bechis

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