Partiamo da due pregiudizi. Per chi scrive i contenitori della tv pomeridiana solo un blob vischioso, dove il rotocalco sfiora la cronaca nera, la nera s’infila nella politica, la politica diventa cazzeggio, il cazzeggio finge di trasformarsi in analisi; e alla fine è un casino: esci stordito in una dilatazione proustiana del tempo. Il secondo pregiudizio è che adoriamo, a prescindere, Cristina Parodi. Come un sakè caldo in un meriggio d’autunno, Cristina è una specie di Dorothy Parker del video: mai un gesto sbagliato, mai una sillaba sgraziata, mai un pensiero fuori posto. La sua capacità di superare con un accenno di sorriso qualsiasi imbarazzo, trasforma il prodotto peggiore in commestibile. Quando Victoria Cabello le fece togliere le scarpe e suonare la chitarra si gridò all’eversione. Ora, considerando i due pregiudizi suddetti, il suo nuovo programma Cristina Parodi Live (da lun a ven , ore 14 e ore 17 di La7) non è malaccio. Meglio, sicuro dei concorrenti in Rai e Mediaset. Lo studio –scippato alla Bignardi- è bellissimo. Ma da qui a parlare di novità ce ne corre. Basta scorrere ospiti e argomenti. «Mario Monti e la politica dei soliti noti»; il Berlusca da Briatore; «l’autunno caldo dell’Alcoa»; Carofiglio; perfino la storia quasi dimenticata di Annamaria Scarfò «sola contro il branco»; ed infine moda, bellezza, meteo e oroscopo. Non si esce dal mainstream solito, insomma. Le novità sono solo due: la rubrica «il bianco e il nero» qui con Feltri e Mentana costretti a raggrumare un pensiero in trenta secondi, roba che è in parte copiata alle Iene, in parte alle interviste politiche di Carelli a SkyTg24 ; e l’interazione col pubblico. Quest’ultima, chiamata pomposamente MyCast (tanti piccoli schermi con gente comune che interviene via Skype, collegamento ai social network compreso) è troppo simile all’albero di Agorà, il programma di Andrea Vianello su Raitre e a Versus prodotto da Antennatre Nordest le cui linee guide sullo sviluppo di tv, facebook e twitter vennero proposte (guarda caso) a La7. Qualche malizioso potrebbe far scattare il copyright. Ma tant’è. A parte l’egemonia culturale e territoriale delle sorelle Parodi nella rete, la cosa regge. E Cristina illumina. Ma lo farebbe anche solo annunciando i programmi...