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Fondazione Mezzogiorno, l'incontro con il ministro Fitto

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Le proposte della Fondazione Mezzogiorno per il rilancio del Sud a partire dalla legge Fitto. Il confronto tra imprenditori e il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR. Raffaele Fitto: Zes Unica strategica per competere con il mondo D'Amato: Crescita del Sud essenziale alla stabilità finanziaria

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Trasformare il Piano Strategico delle Zes in un piano industriale di straordinaria intensità per ridurre il gap di tasso di occupazione della popolazione attiva che penalizza il Mezzogiorno e l’Italia intera rispetto alla media europea, e arrivare in 5 anni dal 47% al 53%. Questo è l’impegno che la Fondazione Mezzogiorno chiede al Governo, e questo è quello che la Fondazione stessa si impegna a promuovere chiamando a collaborare e cooperare tutti i propri interlocutori. 
 
È quanto emerge dall’incontro tenuto oggi, lunedì 20 novembre 2023, presso la sede di Unione Industriali di Napoli tra Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Antonio D’Amato, Ceo Seda International Packaging Group e Presidente della Fondazione Mezzogiorno e Costanzo Jannotti Pecci, Presidente di Unione Industriali Napoli. L'incontro è stato moderato dal direttore del Mattino Francesco De Core e dal condirettore del Quotidiano Nazionale, Raffaele Marmo. 
 
“Il Pnrr è un’opportunità per l’Italia, ma non può fallire né l’Italia né l’Europa. In questo contesto – ha sottolineato il ministro Raffaele Fitto – è importante sottolineare che il Pnrr italiano è il più grande in Europa e quindi si tratta di un elemento fondamentale per il successo degli investimenti a livello europeo”. “Occorre superare logiche assistenzialistiche” ha continuato il Ministro Fitto. “Se mettiamo in campo una mole di risorse per le due grandi transizioni, verde e digitale, e non ci si pone il tema delle competenze, rischiamo di spendere queste risorse e non avere un livello adeguato sulle capacità di risposta a livello occupazionale”.
 
“Un’unica area Zes per tutto il Sud rappresenta – ha aggiunto il titolare del Ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR – quindi una grande opportunità per competere con il resto del mondo. Giochiamo una partita importante sul fronte della semplificazione e del sostegno fiscale. Nel 2022 il costo complessivo del credito di imposta dell’intero Mezzogiorno è stato di 1,4 miliardi. Nel 2024 ci saranno a disposizione 1,8 miliardi. Con lo sportello digitale daremo alle imprese uno strumento concreto di snellimento delle procedure e di accelerazione”.  
 
“L’obiettivo - ha detto Antonio D’Amato, Ceo Seda International Packaging Group e Presidente della Fondazione Mezzogiorno – è far diventare il Sud l’area al primo posto d’Europa per attrazione degli investimenti. Raggiungere questo obiettivo richiede innanzitutto di evitare di sprecare risorse così come in questi ultimi decenni si è fatto sul piano regionale. Dobbiamo diventare tutti più intransigenti, più rigorosi con chi non è stato capace di spendere in modo adeguato. La responsabilità della gestione del sistema degli incentivi va pertanto centralizzata in un unico ente e da esso monitorata in modo continuativo con un servizio informativo adeguato per gli investitori. La legge Fitto ha il merito di andare in questa direzione. I soldi del Pnrr – ha aggiunto D’Amato – sono in prestito e vanno restituiti, è per questo che diventa essenziale prevedere e favorire l’addizionalità degli investimenti dei privati.  
 
“Lo squilibrio del tasso di occupazione – ha continuato Antonio D’Amato, Ceo Seda International Packaging Group e Presidente della Fondazione Mezzogiorno – mette in crisi la stabilità finanziaria dell’Italia in vista anche della revisione del Patto di stabilità. O portiamo il tasso di occupazione almeno al 60% o non riusciremo a sanare il Paese. La prospettiva è difficile, scontiamo decine di anni di ritardi, ma oggi c’è un’occasione importante: siamo alla vigilia di una svolta significativa. La Legge Fitto rappresenta un’opportunità per evitare che i fondi non vengano spesi senza alcun effetto, e invertire così la rotta della deindustrializzazione. Da una parte abbiamo i Fondi Coesione, dall’altro la rimodulazione del Pnrr, straordinaria occasione per far sì che ci sia un intervento più strutturale di recupero di competitività di un’area nevralgica per il Paese, per la quale è indispensabile la scelta di creare una regia a livello nazionale”.  
 
“Per la riforma del Fondo sociale di Coesione – ha detto Costanzo Jannotti Pecci, Presidente Unione Industriali Napoli – sarà importante, in ogni caso, destinare una consistente quota delle risorse agli strumenti per l’attrazione degli investimenti e la crescita delle imprese, come i contratti di sviluppo. Ai contratti di sviluppo dovrebbe essere indirizzata anche una parte cospicua delle risorse Pnrr stornate da investimenti e iniziative di cui, nell’opera di revisione effettuata, si sia verificata l’impossibilità di completamento entro la scadenza fissata per fine 2026”.
 
LE TESI PER IL RILANCIO DEL SUD A PARTIRE DALLA LEGGE FITTO
In occasione dell’incontro la Fondazione Mezzogiorno ha presentato il documento di approfondimento “La Legge Fitto e la svolta da imprimere alle politiche per lo sviluppo”, con tesi e proposte per il rilancio del Sud nel quadro della Legge Fitto (il documento è disponibile su sito della Fondazione Mezzogiorno). 
“La legge Fitto offre un nuovo e più ambizioso quadro per segnare un momento di discontinuità rispetto alle inadeguatezze e ai ritardi di decenni di meridionalismo assistenziale. Fra gli obiettivi pienamente condivisibili c’è l’idea di creare una “regia unica” degli interventi per il Mezzogiorno, superando l’attuale assetto fortemente frammentato e con una forte spinta verso la regionalizzazione. Così come è apprezzabile la decisione di preservare i principi di complementarietà ed addizionalità del fondo di Sviluppo e Coesione, oltre alla clausola di destinazione dell’80% delle risorse al Sud. Va nella direzione giusta anche la creazione di una Zona economica speciale unica che comprende tutte le otto regioni del Mezzogiorno. 
 
Ci sono tuttavia alcuni punti di osservazione messi in evidenza nel Documento sui quali la Fondazione invita ad aprire una riflessione nell'ottica di una valorizzazione degli effetti del provvedimento:
1)     Vanno implementate ed amplificate le azioni da porre in essere per far recuperare competitività e consentire l’attrazione di nuovi investimenti nel Mezzogiorno; 
2)    Il Piano strategico della ZES unica deve attuare una visione unitaria per tutto il territorio meridionale che intervenga anche sui fattori di contesto ed operi in maniera sinergica e sincronica utilizzando e finalizzando ai propri obiettivi tutte le risorse finanziarie disponibili (PNRR, comunitarie, FSC, nazionali);
3)    Per attuare tutto ciò la prefigurata cabina di regia dovrebbe evolversi in un’Agenzia.

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