"Storia di una notte", il racconto di un grande dolore

di Annamaria Piacentinimartedì 22 aprile 2025
"Storia di una notte", il racconto di un grande dolore
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La realtà è là, senza manipolazioni o ideologie e tuttavia l'impatto prodotto da questo film, riesce a colpire al cuore, nonostante non sia facile trovare l'effettivo riscontro di tutto ciò nei testi filmici. Ma il regista ci riesce, e ciò che vediamo sul grande schermo ne è la prova. “Storia di una notte”,tratto dal romanzo “Dalle migliori famiglie”, di Angelo Mellone, accende i riflettori su due genitori Elisabetta (Anna Foglietta), e Piero (Giuseppe Battiston), che si erano costruiti una famiglia felice. Ma un incidente al loro figlio, perso prematuramente, allontana amore e comprensione, e quella famiglia improvvisamente non esiste più. Sono i figli Denis (Biagio Venditti),e Giulia (Reteggiani) a convincerli a passare insieme il Natale a Cortina:“Recitare e vivere in mezzo agli adulti è stato molto stimolante, sottolinea Denis Venditti, “ mi sono sentito fortunato e protetto. E' stata un'esperienza bellissima che rifarei”.

Per Giulia “ un sogno ad occhi aperti essere catapultati in un mondo così' profondo.Ma, giunti sul luogo, la vita cambia nuovamente le cose, e mischia le carte in un gioco al massacro senza regole. Anche Denis ha un incidente sulla neve e finisce in ospedale. Ricomincia una lunga notte di attesa, aspettando la risposta del medico: “Abbiamo avuto la consapevolezza che questo tema andava trattato con delicatezza e rispetto, spiega il regista, - in quella stanzetta di ospedale torna tutto un mondo di ricordi. Abbiamo girato in inverno, il 24 dicembre , e non è stato facile in quelle condizioni ambientali,ma capaci di recuperare la memoria emotiva”. Un grande rispetto al film lo conferisce Giuseppe Battiston: “E' un atto dovuto, dichiara l'attore,-” conosco una famiglia che ha perso un figlio e non si è disgregata. I nostri protagonisti non hanno avuto la stessa fortuna, quella di metabolizzare il dolore. La cosa che mi piace è che di fronte al dolore di una nuova disgrazia, i protagonisti ricominciano a guardarsi in faccia. Quell'amore che c'è stato e che sembra non ci sia più, non si trasforma in un sentimento cattivo, fatto di colpe”.Per Anna Foglietta, una delle nostre più grandi attrici, amata dal pubblico e meno riconosciuta dagli addetti ai lavori per la sua rigorosa serietà (lo dico senza timore), puntualità e scelta dei testi, stravince ancora una volta nel ruolo di Elisabetta: “Tra lei e il marito c'è stato un prima e un dopo, racconta-” è interessante l'ipotesi che fanno loro due...se tutto ciò non fosse accaduto. Ho sempre pensato che insieme non sarebbe stato possibile rivedersi, ma il gesto della figlia li fa ritrovare. E' una nottata di passione e di comprensione. In quella stanza di ospedale torna un mondo di ricordi che innesca un sentimento che non si può descrivere a parole. E' un film estremamente complesso, mi ha sempre colpito la violenza di perdere un figlio. Alcuni genitori reagiscono, ma Elisabetta non riesce a comunicare il suo essere donna e madre”.

Un'attrice come Anna Foglietta vorremmo vederla più spesso sul grande schermo. Ma lei risponde: “Recentemente ho trovato delle difficoltà nelle figure femminili che non corrispondono a donne reali, confessa , “ ora i ruoli sono diminuiti, mi auguro che cambi e che in futuro, ci siano più ruoli per un'attrice che ha 46 anni. Le donne, sono sempre viste in funzione di se stesse, il femminile è sempre più complesso di quello che riusciamo a raccontare”. Ma stiamo scherzando? Basta con le raccomandate fatte di plastica e botulino, vogliamo nei nostri film attrici vere, come lei, non bambole di gomma. Altrimenti, il cinema italiano, che ha fatto grande il mondo, partendo dal neorealismo, finirà nel dimenticatoio.Tanto per usare un termine gentile.