Salvata un’altra casa finita all’asta. Una bella storia, in clima natalizio. La vicenda è quella dell’ingegnere Stefano G., un noto imprenditore nel campo del fotovoltaico e delle energie rinnovabili che, a causa di una contestazione da parte del MISE, in fase di collaudo, su un impianto fotovoltaico realizzato nel 2015, si è trovato ad affrontare una rilevante situazione di sovraindebitamento.
L’ing., trovandosi in una situazione di indebitamento con banche, finanziarie, condominio, professionisti, fornitori e Agenzia Entrate Riscossione, decideva di rivolgersi a Protezione Sociale Italiana e al suo Organismo di Composizione della Crisi di Milano per poter beneficiare della procedura di composizione della crisi disciplinata dal nuovo Codice della Crisi e dell’insolvenza e risolvere la propria situazione. Un’azione che gli ha consentito di riso risolvere la propria situazione di indebitamento pari a euro 3,6 MILIONI, offrendo ai creditori la somma mensile di € 20.000 per la durata di 72 mesi.
Grazie all’istituto del Concordato minore, l’imprenditore è riuscito a salvare l’unico immobile – non rientrante nel Fondo patrimoniale – dall’asta e a garantire la propria continuità professionale.
L’avvocato Letterio Stracuzzi, presidente di Protezione sociale italiana, sottolinea: “Non è una sanatoria, ma un atto di giustizia sociale. Serve a dare una seconda opportunità a chi, in buona fede, è caduto in disgrazia”.
Il provvedimento arriva in un contesto particolarmente delicato. I dati sul sovraindebitamento in Italia mostrano una tendenza crescente e allarmante. Secondo l’Osservatorio procedure e liquidazioni di Cerved, nel 2024 sono stati registrati 9.194 casi di liquidazioni giudiziali, con un incremento del +17,2% rispetto al 2023. Altri studi confermano l’aumento: +19,7% rispetto all’anno precedente, per un totale di 9.162 liquidazioni (Fonte: Cerved, Cribis).
L’aumento dei casi è particolarmente concentrato nel Nord-Ovest, con la Lombardia in testa. “Nei primi dieci mesi del 2024 – spiega Stracuzzi – le istanze depositate presso l’OCC della Camera Arbitrale di Milano sono rimaste stabili a 255, ma la composizione è cambiata: il 62% riguarda consumatori, a testimonianza della crescente difficoltà delle famiglie”.
La legge 3 offre la possibilità di una liquidazione controllata, che permette di chiudere le partite debitorie con dignità. Nel 2024, gli OCC hanno gestito un ammontare complessivo di 44,97 milioni di euro, recuperando circa il 16% per i creditori (Fonte: 2025 OCC Report Annuale).
“Il nostro obiettivo – continua Stracuzzi – è dimostrare che la legge funziona anche per debiti ingenti. Il caso di Milano, con 3,5 milioni di euro, mostra come sia possibile garantire un futuro agli imprenditori e soddisfare parzialmente i creditori, anche in un anno caratterizzato da insolvenze record”.
“La legge 3 non deve essere vista come una sanatoria – precisa Stracuzzi –. È uno strumento di giustizia sociale che offre una seconda opportunità. Troppo spesso, la scarsa conoscenza della norma o pregiudizi culturali spingono le persone a rassegnarsi a debiti che invece potrebbero risolvere legalmente. È fondamentale rivolgersi a un OCC o a specialisti: chiedere aiuto non è una vergogna”.
Il caso lombardo dimostra come la legge 3 possa fungere da scudo potente per famiglie e piccole imprese. In un contesto economico sempre più complesso, strumenti legali come la liquidazione controllata diventano essenziali per la tutela del tessuto socio-economico nazionale, garantendo equilibrio tra diritto alla sopravvivenza dell’impresa e tutela dei creditori.
Questo provvedimento – conclude Stracuzzi – conferma che, anche in momenti di crisi record, la legge può dare una seconda opportunità concreta e dignitosa a chi si trova in difficoltà, evitando drammi personali e sociali”.



