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Daniela Poggiali? Vittorio Feltri, giustizia da matti: un massacro lungo 7 anni per delitti che non ha commesso

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Povera donna, umiliata, offesa e incarcerata per due delitti che non ha commesso. La sua innocenza è stata confermata dalla Corte d'Appello dopo una serie di processi di cui si è perso il conto. La sentenza che l'ha scagionata è arrivata l'altro ieri. Il calvario della infermiera di Lugo è durato la bellezza di sette anni, molti dei quali trascorsi in galera per effetto di un ergastolo e pure di 30 anni di carcere, come se una persona potesse stare in galera anche dopo la morte, visto che una condanna recitava: fine pena mai.

 

 

La giustizia italiana, anche in questa assurda vicenda, ha dimostrato di essere insensata, direi paradossale. Questa signora ne ha subite di ogni colore perché ritenuta responsabile di aver stecchito due anziani degenti dell'ospedale presso il quale prestava servizio, mediante iniezioni letali. Prove? Zero. Non importa. Mandata alla sbarra, la signora ha subito un trattamento crudele, considerata una assassina. E dire che non è stato trovato il movente di alcun omicidio. I due morti se ne erano andati all'altro mondo perché, a parte l'età, erano conciati male. A distanza di sette anni è venuta fuori la verità, ed ora Daniela Poggiali, dopo aver sofferto le pene dell'inferno torna in libertà, speriamo non provvisoriamente. Infatti l'ultima parola spetterà alla Cassazione. La cui decisione ci auguriamo sia definitiva.

 

 

È assurdo che una vicenda giudiziaria prosegua per sette anni, tenendo una persona in bilico tra la prigione e casa sua, facendola impazzire di dolore. Non riusciamo a capire come sia possibile tenere un imputata in cella in attesa di un giudizio sereno, attendibile. Segno che i tribunali considerano la gente che capita loro a tiro dei pezzi di carne inanimati e privi di sensibilità. Riconoscere dopo tanto tempo la non colpevolezza della signora in questione significa non solo che le toghe hanno agito con grave superficialità dal 2014 a ora, ma anche che gli investigatori hanno operato male. Ciononostante chi ha sbagliato non subirà alcuna conseguenza, e ci auguriamo che la Poggiali sia almeno indennizzata con un risarcimento. Una esistenza rovinata merita almeno qualche soldo. Sette anni trascorsi col cuore in gola in attesa di un corretto verdetto non sono pochi. Spero che i lettori di questa straziante notizia siano almeno scandalizzati.

 

 

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