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Vittorio Sgarbi assolto, insultare Andrea Scanzi non è reato: "Finoc***, rotto in c***"? Per il giudice...

Scanzi e Sgarbi  

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Durante una puntata di Cartabianca nel 2018, davanti a una Bianca Berlinguer attonita, Andrea Scanzi e Vittorio Sgarbi avevano cominciato a insultarsi. "Chiedere pareri politici a Sgarbi è curioso perché ha cambiato più partiti politici e idee che mutande", aveva tuonato il giornalista del Fatto quotidiano. "E' stato eletto come deputato attraverso il proporzionale e un paracadute. Era convinto di andare ad Acerra e conquistare il mondo ma non l’ha votato neanche il gatto". E ancora: "Sgarbi, conti meno di Alfano. Sei una prostituta politica di basso livello". Quindi Sgarbi aveva sbroccato: "Tu sei una put**a rotta in c***. Sei un finoc***o rotto in c***". Una discussione ferocissima che poi era continuata sui social e finita con una querela per diffamazione presentata da Scanzi contro il critico. 

 

 

Oggi 30 ottobre il tribunale di Enna ha assolto Vittorio Sgarbi (che allora era residente a Calascibetta) dall'accusa di diffamazione. Secondo i giudici "trattasi non di diffamazione, bensì di ingiuria (illecito depenalizzato) e, quindi, di fatto non previsto dalla legge come reato e l'imputato non è punibile per avere commesso i fatti in stato di ira determinato dal fatto ingiusto altrui". 

 

 

Nel processo con rito abbreviato, Andrea Scanzi si era costituito parte civile attraverso l'avvocato Caterina Malavenda del foro di Milano, mentre Vittorio Sgarbi è stato difeso dagli avvocati Giampaolo Cicconi del foro di Macerata e Giovanni Di Giovanni del foro di Caltanissetta. Ora il caso è chiuso. 

Esulta il critico d'arte su Twitter per la sentenza dei giudici: "Lo Scanzetto all’epoca aveva dichiarato che mi avrebbe denunciato perché voleva comprarsi l’auto nuova. Beh, dovrà accontentarsi della bici".

 

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