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Rimborsoboli, vergogna del pm contro i consiglieri di centrodestra: "Hanno troppe camice nere"

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"Forse avevano troppe camice nere nell'armadio e dovevano prendere le bianche". Fa molto discutere questa battuta fatta da un pm, durante una requisitoria, di un processo sul filone piemontese della Rimborsopoli regionale, da cui sono usciti condannati, tra tutti i consiglieri indagati, quelli di centrodestra, l'ex governatore leghista Roberto Cota, il deputato della Lega Paolo Tiramanie la parlamentare di Fdi Augusta Montaruli. Nella Lega parlano di "persecuzione politica" da parte del  magistrato Giancarlo Avenati Bassi. Sua la battuta sui consiglieri di An che avrebbero la scorta di camicie nere.

 

 

"È stata chiesta l'archiviazione per quelli di sinistra, anche con spese molto maggiori delle nostre. Un consigliere di Sel ha chiesto il rimborso per un viaggio in Tunisia di un suo presunto collaboratore che risiedeva a Roma, uno di Rifondazione comunista ha pagato un viaggio a Tel Aviv ad un soggetto estraneo al gruppo consiliare, i consiglieri del Pd avevano pranzi da mille euro in cui non erano neppure presenti. In tutti questi casi il pm ha chiesto archiviazioni e assoluzioni. Per noi di centrodestra invece no. Io non ho rancore verso chi è stato assolto, ritengo però inverosimile che in uno stato di diritto le spese per alcuni siano reati e per altri no. Mi hanno condannato per 12mila euro, mentre un esponente di Sel che ne ha spesi più di 20mila è stato archiviato. Per loro erano spese legittime fatte in buona fede, mentre per noi questo principio non vale", spiega Tiramani al Giornale.

 

 

"A fronte di 12mila euro di spese contestate io ne ho spesi oltre 100mila di avvocati, oltre alle notti insonni. Se c'è una condanna l'ho già pagata con lo stato psicofisico vissuto in questi anni". Il pm - dicono dalla Lega  - era stato indicato dal Pd come consulente esterno nella Commissione parlamentare sulle banche. Anche Roberto Cota è contrariato: "Dopo un'assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste e una sentenza di appello annullata dalla Cassazione, per me continua l'incubo della cosiddetta "Rimborsopoli". Da innocente farò un nuovo ricorso in Cassazione". Una vicenda destinata a continuare e a far discutere.

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