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Catania, il giudice fa pipì in bottiglia e poi... la scoperta raccapricciante in tribunale

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Terrorizzato al solo pensiero di potersi prendere il Covid un giudice faceva la pipì nelle bottiglie vuote che poi nascondeva in un armadio. E' quanto si è scoperto nel Palazzo di giustizia di piazza Verga a Catania, dove in realtà le voci si rincorrevano da settimane quando sono arrivati dei nuovi funzionari dell'Ufficio per il processo. La ricerca spasmodica di uffici, stanze e scrivanie in cui allocare i nuovi "addetti", infatti, ha innescato una specie di trasloco perpetuo che alla fine ha smascherato il gesto inaspettato e incredibile del giudice. Dentro un armadio erano state nascoste decine di bottiglie da mezzo litro piene di un liquido di colore giallastro, dal contenuto incerto

Il trasloco quindi viene fermato dalle forze dell'ordine. E cominciano le indagini che alla fine si concludono con una imbarazzante scoperta: quelle bottigliette erano piene di urina, di un giudice che nell'era della pandemia da Covid, temendo di contagiarsi per la promiscuità dei bagni del Tribunale, ne aveva fatto una sorta di improprio water privato ed esclusivo.

L'istruttoria va avanti, il giudice civile confessa tutto e a sua volta apre un altro armadio, chiuso a chiave, dove sono stipate altre bottiglie. La notizia, riportata questa mattina 22 giugno dal quotidiano La Sicilia, non è stata né confermata né smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino. Per il giudice sotto indagine, forse un provvedimento disciplinare, anche se è difficile ipotizzare il reato.

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