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Carlo Nordio rivoluziona i tribunali: cosa cambia (e le toghe impazziscono)

Francesco Specchia
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Una dichiarazione che è un rombo di tuono, che poi diventa un'ipotesi dettata dall'urgenza, che infine si scolora in parziale rettifica. A volerla leggere con malizia c'è quasi un giallo dietro «l'ipotesi di reclutamento regionale dei magistrati» che Carlo Nordio si era lasciato scappare, in visita al Tribunale della sua Venezia. Il titolo della cronaca sarebbe stato giornalisticamente scoppiettante: «Il ministro della Giustizia lancia il federalismo giudiziario». Toghe e buoi dei paesi tuoi, insomma.

 

 

 

TOGHE E BUOI

Nordio conosce perfettamente la situazione emergenziale degli uffici giudiziari in Laguna, trasporto via acquea dei fascicoli e crisi d'organico comprese. «A questa sofferenza possono e si debbono porre rimedi, parte dei quali dipendono da noi, parte da altri organismi. L'altro giorno ho avuto un incontro fruttuoso con il vicepresidente del Csm, e abbiamo affrontato il problema del reclutamento dei magistrati, e abbiamo prospettato soluzioni, dalla celebrazione dei concorsi ad altre, che sono arcinote» ha detto il ministro. Aggiungendo che «per la criticità legata ai trasferimenti dei magistrati e del personale in altre regioni, l'idea di un reclutamento a livello regionale potrebbe essere proficua per farli rimanere in sede». E sul personale amministrativo ha puntualizzato che «è come per un aereo supersonico, dove prima del pilota ci sono 100 ore di manutenzione a terra, o per un chirurgo che necessita di anestesisti e barellieri. Se si fa fare al magistrato l'amministrativo, perde tempo. Il ministero qui può agire in modo più intenso, perché non c'è il "monopolio" del Csm sul reclutamento». Insomma, dato che i ritardi nei processi -dice sempre Nordio- ci costano «2 punti di Pil, questo va rimediato perché la solu- zione può e deve essere un fortissimo incentivo alla ripresa economica».

Restava, dell'uscita ufficiale del ministro, l'idea -fortissima- dei giudici autoctonicreti magari attraverso l'applicazione di «una legge speciale per Venezia» che potesse regionalizzare il settore. E subito ecco che Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, ha uno scatto di lombi e d'orgoglio; ed ecco che il pensiero dei leghisti, soprattutto di quelli veneti e lombardi che si sono battuti per il referendum, subito corre all'autonomia differenziata. Ed eccoli, i padani, già proiettati verso la alla giostra dell'assegnazione delle materie competenti ex art 116 della Costituzione. Tutti felici come pasque.

A vivere, invece, ore d'angoscia per la notizia sono l'Associazione Nazionale Magistrati e il quotidiano Repubblica. Che attraverso la contrita collega Liana Milella scrive: «Neppure l'ex Guardasigilli del Carroccio Roberto Castelli era arrivato a ipotizzare una magistratura regionalizzata, localistica, tutta casa e bottega. E invece ecco qua la proposta, del tutto inaspettata e quindi ancora più gradita. Un vero cadeaux». Finché, sollecitato ripetutamente, il ministro specifica, proprio a Repubblica: «Non ho mai parlato di reclutamento regionale dei magistrati, ma di reclutamento regionale di personale amministrativo. Cioè fatto tra i residenti nella Regione, cosicché diano garanzie di stabilità senza chiedere trasferimenti per raggiungere i luoghi di origine». E Nordio si riferisce all'«idea di un reclutamento regionale che potrebbe essere un'idea molto proficua per mantenere nel territorio i vincitori del concorso, però questo può comportare problemi di carattere normativo e costituzionale».

 

 

 

ERRATA CORRIGE

Quindi, in definitiva, si tratterebbe soprattutto di personale amministrativo (pure se le dichiarazioni all'Ansa non sono state smentite per tutta la durata di ieri). Invece di federalismo dei magistrati potremmo parlare di un "federalismo dei tribunali", comprensivo -questo sì- di una riforma delle carceri, del «potenziamento delle strutture edilizie» e delle «risorse umane». Chiosa il ministro: «Il detenuto deve essere aiutato nel suo recupero» o «almeno a non farlo diventare peggiore di quando è entrato in carcere»... 

 

 

 

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