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David Rossi, un tracollo giudiziario. Ma il Csm non fa nulla?

Davide Vecchi
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Aldo Natalini, Salvatore Nastasi e Nicola Marini sono i tre magistrati indagati dalla procura di Genova per aver commesso "falsità ideologica e omissioni sul sopralluogo" nell'ufficio di David Rossi, il manager di Monte dei Paschi di Siena trovato morto la sera del 6 marzo 2013. Sono accusati di aver fatto male il loro lavoro. Anzi, di averlo svolto parecchio male. Considerato che è contestato loro il "falso aggravato". Bene, si dirà, finalmente qualcuno decide di far luce sul caso più controverso dell'ultimo decennio. Male, invece. Malissimo. Perché è l'ennesima conferma delle tragiche condizioni in cui versa la giustizia italiana.

 

 

Per numerosi motivi. Mi limito a indicarne tre. Il primo: i rilievi contestati ora ai tre pm erano già noti sin dal luglio 2013, quindi si poteva intervenire subito. Il secondo: la Procura di Genova che oggi li indaga è la stessa Procura che aveva già aperto nel 2019 un fascicolo sui tre, archiviandolo. Il terzo: il Consiglio Superiore della Magistratura, che sin dal 2015 è stato interpellato per valutare l'operato dei tre, è rimasto inerme. L'aspetto forse più preoccupante è che di tutti questi organismi che avrebbero dovuto (perché è un loro dovere) compiere gli accertamenti, nessuno è arrivato a nulla: il lavoro che ha portato a indagare i tre magistrati è stato svolto da dei politici. Sì, i tanto odiati politici. Il merito è infatti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi presieduta da Pierantonio Zanettin e della quale è stato consulente anche l'attuale ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

 

 

I commissari- in particolare Luca Migliorino dei Cinque Stelle (che Giuseppe Conte ha pensato bene di non rieleggere) o Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia (che ha già chiesto con Zanettin la ricostituzione della commissione), ma anche Claudio Borghi della Lega e Cosimo Ferri di Italia Viva - hanno scoperto in meno di un anno più di quanto abbiano scoperto due Procure (e il Csm) dal 2013 in poi. Un lavoro sintetizzato nella relazione conclusiva che, va ricordato, è stata approvata da tutti tranne che dagli esponenti del Pd (chissà come mai). Logica vorrebbe che il Csm adotti dei provvedimenti immediati per i magistrati coinvolti. Almeno per i tre di Siena indagati da ieri, perché negli ultimi nove anni hanno pure fatto carriera. Nastasi è ora a Firenze, per esempio. Marini oggi è addirittura procuratore capo di Siena

. Non ha dell'incredibile? Si dirà che la presunzione d'innocenza vale per tutti e che i reati sono ormai prescritti ma quale e quanta credibilità ha o potrebbe avere un magistrato che si nasconde dietro la prescrizione? E come può un pm accusato di aver fatto male il proprio mestiere continuare a farlo sostenendo di "attendere fiducioso gli accertamenti" di suoi colleghi? Dovrebbero autosospendersi. Almeno il terzo pm indagato, Aldo Natalini, anni fa ha cambiato mestiere: non è più un magistrato inquirente ed è andato al massimario della Corte di Cassazione. Natalini, del resto, era riuscito nel capolavoro di distruggere reperti fondamentali senza analizzarli e persino a indagare e mandare a processo con un giornalista la vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, con un'accusa ridicola (violazione della privacy dell'ex ad di Mps, Fabrizio Viola) per la pubblicazione sulla stampa delle mail con cui il marito ancora vivo chiedeva aiuto a Viola. Ovviamente è stata pienamente assolta. Era il luglio 2013. Rossi era morto quattro mesi prima. Invece di indagare su cosa era accaduto a David, Natalini ha preferito indagare la vedova. Questa era la Procura della Repubblica di Siena. E questo è come hanno operato (e operano ancora?) alcuni magistrati. 

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