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Carlo Nordio contro le intercettazioni? E Repubblica impazzisce: come titolano

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Carlo Nordio pronto a cambiare il Codice penale. Il ministro della Giustizia non ha intenzione di perdonare le "fughe di notizie in merito alle intercettazioni". "Non è più ammissibile che le conversazioni finiscano sui giornali", ha riferito sulle linee programmatiche del ministero da lui guidato mandando letteralmente in tilt sinistra e Repubblica. Alle "ispezioni" promesse dal Guardasigilli, ha subito replicato il quotidiano di Maurizio Molinari. D'altronde il titolo in prima pagina dell'edizione di mercoledì 7 dicembre parla chiaro: "Giustizia, sfida ai pm".

 

 

E quella di Nordio è infatti proprio una sfida. Lui stesso ha ammesso di essere pronto a tutto. Anche a scelte estreme: "La diffusione pilotata e arbitraria" di intercettazioni è una "porcheria": "non è civiltà, libertà, è una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica su cui questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni". Da qui la proposta per le valutazioni disciplinari delle toghe attraverso "un'alta Corte, formata da giuristi indipendenti" e "svincolata dalle correnti della magistratura".

 

 

Su questo il Guardasigilli è irremovibile: "Non esiste al mondo che qualcuno venga giudicato da una persona che lui stesso ha eletto e alla quale magari è legata da un legame correntizio di cui abbiamo visto di recente pessimi esempi".

 

 

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