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Senaldi su Nordio: "Si dimette? Allora non parli di giustizia in tv"

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Continua a tenere banco il caso di Carlo Nordio e delle sue possibili dimissioni, dettate dalla frustrazione per tutti gli attacchi strumentali ricevuti in merito alla riforma della giustizia e in particolare delle intercettazioni. Ospite di Omnibus, su La7, Pietro Senaldi ha fatto il punto della situazione: “C’è il rischio che il ministro si dimetta per stizza personale, però così farebbe un grave danno al governo perché per Giorgia Meloni lui è un po’ la linea del Piave”. 

 

 

Secondo il condirettore di Libero, dimettendosi Nordio farebbe soprattutto un torto a se stesso: “È 40 anni che ci dice come vuole che venga riformata la giustizia. Adesso può farlo, ha difficoltà che sono normali, però se si dimette allora non è che poi viene qui tutte le settimane a spiegare come riformare la giustizia. Inoltre questo cortocircuito tra la riforma e le intercettazioni non è casuale: è scientificamente voluto dal Fatto Quotidiano, dalla sinistra e da tutti i nemici della riforma perché il discorso di Nordio è stato durissimo”. 

 

 

Intanto nella giornata di ieri, domenica 22 gennaio, Palazzo Chigi ha provato a mettere un punto alla questione con una nota ufficiale: “Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti, tra il Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi. Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani". 

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