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Beppe Grillo, chiusa l'inchiesta per traffico di influenze: si va verso il processo

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini su Beppe Grillo, fondatore del Movimento Cinque Stelle, indagato dal gennaio scorso per traffico di influenze illecite per una serie di contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018-2019 dalla compagnia marittima Moby dell’armatore Vincenzo Onorato. La chiusura d’indagine riguarda anche l’armatore che risulta indagato per lo stesso reato.

Per l’ipotesi accusatoria la società di Grillo avrebbe percepito soldi "quale corrispettivo di un ’accordo di partnership’ avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di ’contenuti redazionalì per il marchio Moby". 

 

 

L'Elevato, stando a quanto è stato ricostruito nelle indagini, avrebbe inoltrato a parlamentari del Movimento 5 Stelle le richieste di aiuto avanzate dall'armatore, suo amico di lunga data, quando la sua compagnia era in crisi finanziaria. Richieste di aiuto finalizzate a orientare l'azione pubblica di parlamentari del M5S che avevano a che fare con i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, allora guidati il primo da Luigi Di Maio e poi da Stefano Patuanelli e il secondo da Danilo Toninelli (non indagati) "in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby".

 

 

A testimoniare il "tragitto" e i temi delle istanze avanzate dall'armatore napoletano al fondatore dei Cinque Stelle per tenere a galla il gruppo che aveva una flotta di oltre 60 navi, sono state le chat agli atti dell'inchiesta in cui Grillo e Onorato sono finiti indagati per traffico di influenze illecite in merito ad un contratto pubblicitario per il 2018 e il 2019 tra Moby spa e la Beppe Grillo srl per un totale di 240 mila euro. Una cifra elevata, secondo le indagini del pm Cristiana Roveda e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, e non adeguata alle prestazioni fornite. 

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