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Franco Coppi, la denuncia: "Strane cose nei palazzi di giustizia"

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"Nei palazzi di giustizia succedono cose stravaganti...": l'avvocato Franco Coppi si è raccontato in una lunga e intima intervista al Corriere della Sera. E parlando dell'ultima baruffa avuta con un magistrato, ha detto: "Un collega mi ha chiesto di affiancarlo in Cassazione per un processo che sembrava straperso. Quando ha cominciato a parlare, il presidente della sezione si è subito mostrato insofferente. Lo ha redarguito, gli ha detto che aveva già depositato 100 pagine. 'Non vorrà ripetere tutto daccapo', è sbuffato dichiarandosi seccato. Così il collega si è avvilito e in pratica ha rinunciato a parlare". Poi è toccato a lui: "Quando ho preso la parola mi ha detto: avvocato, io oggi ho 34 processi, la prego di fare in fretta. Gli ho risposto: beato lei che ne ha 34, io ne ho solo uno e non intendo rinunciare a una sola parola. Secondo me ha pensato: questo mi fa un esposto e alla fine sa cosa ha fatto? Ha annullato la sentenza con rinvio". 

 

 

 

Qualcosa da dire, però, ce l'ha avuta anche sugli avvocati: "Non ci facciamo mancare nulla neanche noi. Le ho già raccontato del collega che fece un’arringa accorata contro la richiesta di ergastolo per il suo assistito?", ha chiesto alla giornalista del Corsera. Il riferimento è al legale che disse "il poveretto deve già sopportare di vivere senza i suoi genitori". "Ricordo ancora bene la faccia del presidente quando lo interruppe (ride). Gli disse: avvocato, ma i genitori li ha ammazzati lui! E quello: vabbè, sempre orfano è. Inarrivabile", ha raccontato ancora Coppi. 

Tra i problemi più urgenti della giustizia italiana c'è, secondo lui, "la lunghezza abnorme dei processi; 7-9 anni di media è un tempo mostruoso". Ma non è tutto: "Poi ho la sensazione di una certa trasandatezza nel sistema Giustizia, come se ci fossimo tutti quanti un po’ abbassati di livello". Parlando del caso Avetrana e di Sabrina Misseri, l'avvocato 84enne ha confessato: "Prima ci scrivevamo una lettera a settimana, adesso all’improvviso tace. So che è in crisi e questo mi amareggia e mi preoccupa. Sono convintissimo dell’innocenza sua e di sua madre. Abbiamo fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e abbiamo superato il primo controllo di ammissibilità. Ma i tempi sono lunghi. Lascerò il caso in eredità al mio studio...".

Un pensiero infine per l'avvocato Ghedini: "Povero Ghedini, era una persona perbene ed era diventato un amico; lui voleva molto bene a Berlusconi. Il suo cane mi riempie le giornate. Gli parlo, so che mi capisce. A Villa Borghese siamo diventati molto popolari". 

 

 

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