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Davigo sbugiardato in tribunale: querela Paolo Mieli senza aver visto il video

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Una vicenda surreale, quella che riguarda Piercamillo Davigo. O meglio, una storia "sorprendente", per dirla con le parole dell'Anm. Ma procediamo con ordine. Si parla di una querela dell'ex pm del pool di Mani Pulite contro Paolo Mieli. Diffamazione aggravata. L'ex direttore del Corriere della Sera era finito nel mirino di Davigo per un articolo sul caso-Luca Palamara.

Nel suo articolo, Mieli citava e riassumeva quanto detto proprio da Palamara nel corso di Non è l'Arena, il programma che all'epoca Massimo Giletti conduceva su La7. Dunque la querela: Davigo accusava Mieli di aver distorto e forzato quanto detto da Palamara. La frase incriminata di Mieli riguardava le nomine di alcuni procuratori che sarebbero avvenute grazie all'intervento di Palamara: "Talvolta, ha lasciato intendere, d’accordo con l’uomo di maggior rilievo (per prestigio, notorietà e forza acquisita) nella magistratura italiana: Piercamillo Davigo. Quantomeno con qualcuno della sua corrente". Durissima la replica di Davigo: "Queste porcherie non le ho mai fatte".

 

A giudicare il giornalista, come spiega Il Giornale, è il giudice Varanelli, il quale mette a fuoco che Mieli non aveva esposto una sua idea, ma riferito quelle di Palamara. Dunque il processo sarebbe servito solo a verificare se Mieli avesse riportato correttamente quelle parole. In tribunale viene dunque proiettato il video, l'estratto della trasmissione di Giletti. E ora, nelle motivazioni di Varanelli si legge: "Il tribunale ha invitato il querelante a specificare quale fosse stato il passaggio ritenuto diffamatorio. Senonchè, continuando a ribadire di essere stato sempre con le parole e con i fatti assolutamente estraneo e fiero avversario di ogni sorta di deriva correntizia, il Davigo ha sorprendentemente risposto di non avere mai visto prima di allora - ossia della visione in aula la trasmissione del Giletti (...) il teste ha ripetuto a specifica domanda che l’imputato Mieli avesse frainteso in malafede le parole dell’intervistato, perché egli era notoriamente estraneo a ogni logica spartitoria. Il tribunale lo ha ripetutamente invitato a specificare quale passaggio dell'articolo lo avesse leso in particolare. Del tutto sorprendentemente il Davigo ha risposto di non aver mai visto prima la trasmissione e di essersi basato su quanto riferitogli dall'avvocato".

Clamoroso, insomma. Davigo aveva accusato Mieli senza aver effettivamente sentito cosa avesse detto. Parola del giudice Varanelli.

 

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