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Eco-attivisti sempre impuniti: inchiesta a Roma, ma qualcuno li condannerà mai?

Francesco Storace
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Povera Italia, ormai sugli ecovandali siamo alle discussioni da salotto. Questi giovanotti esasperano i cittadini, imbrattano monumenti, rovinano le giornate a chi ci capita sotto, ma tanto non succede nulla di nuovo. “Ambientalisti a rischio processo”, titolano i media. “Condannati gli attivista di ultima generazione”, strillano altri e poi scopri che era una multa. Sanzioni penali zero. Chiacchiere tante. Anche nei convegni organizzati col beneplacito di quei comuni che dovrebbero essere i primi ad insorgere. Procediamo per gradi (non alcolici, se possibile). E chi si è scordato i blitz sul Raccordo Anulare di Roma dove questi eroi rompevano le scatole a chi doveva andare al lavoro, alle ambulanze che trasportavano malati, a chiunque passasse da quelle parti.

Interruzione di pubblico servizio” è l’accusa mossa per una dozzina di loro. Apparentemente rischiano condanne fino ad un anno di reclusione. Ma quale magistrato se la sentirà di incassare un premio? La conclusione delle indagini precede di solito il processo, ma non c’è da scommettersi troppo.
In Italia potrebbero pure proscioglierli davanti al giudice che si commuove per queste creature “che lo fanno per noi”. Del resto, mercoledì scorso, sempre nel tribunale di Roma, si è celebrato il processo a carico di tre attivisti, due ragazze ed un ragazzo, autori del blitz ai danni di un Eni Store in via degli Ammiragli nella zona di Valle Aurelia avvenuto nell'aprile del 2022. Il giudice monocratico li ha condannati al pagamento di 600 euro di multa ciascuno per violazione della legge sulle armi mentre ha stabilito il non doversi procedere, per difetto di querela, per le accuse di danneggiamento e violenza privata. Una multa e passa la paura. Ringrazieranno l’ex Guardasigilli Cartabia per aver tolto di mezzo la querela se non c’è la denuncia di parte. Applausi.

 


Non a caso gli attivista sotto accusa parlano di vittoria politica. E ci credo: anziché sbatterli in galera per quello che combinano, gli affibbiano una sanzione amministrativa e chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Poi, scopri pure che il Comune di Firenze, quello di Rambo-Nardella, assiste silente al finanziamento della regione Toscana per un convegno con ecovandali protagonisti. Ma c’è un motivo. Fate attenzione, la denuncia è leghista: «Vorremmo sapere se Palazzo Vecchio ha intrapreso le necessarie azioni legali contro gli eco-vandali che lo scorso marzo hanno imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio. Dopo le cene di gala e gli inviti alle feste di partito a spese della Città Metropolitana, non vorremmo infatti che altre spese improprie ricadano sulle tasche dei contribuenti fiorentini, costretti a pagare i costosi imbrattamenti provocati da delinquenti cui l’assessore Giorgio ha deciso di tendere la mano, ovviamente in funzione elettorale.

 


Quello che invece già sappiamo è che la Regione Toscana contribuisce a finanziare un convegno che ospita e dunque accredita pubblicamente un eco-vandalo. Vergogna!». Così l’europarlamentare toscana della Lega Susanna Ceccardi e il capogruppo della Lega in consiglio comunale di Firenze Federico Bussolin, il quale preannuncia un’interrogazione sulla vicenda, sull’incontro tra l’assessore comunale all’ambiente Andrea Giorgio e un attivista di Ultima Generazione, previsto per sabato 30 settembre nell’ambito di “Many Possible Cities”, il festival della rigenerazione urbana alla Manifattura Tabacchi. A quale mail possiamo mandare i complimenti ai politici della sinistra toscana? 

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