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Ponte Morandi, chiesti 18 anni di carcere per Castellucci: "Non si poteva neanche nominare"

martedì 14 ottobre 2025
Ponte Morandi, chiesti 18 anni di carcere per Castellucci: "Non si poteva neanche nominare"

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L'accusa ha chiesto 18 anni e 6 mesi di reclusione per l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, nell'ambito del processo per il crollo del Ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto di 7 anni fa a Genova. Un disastro nel quale persero la vita 43 persone.

La richiesta è arrivata dal pm Walter Cotugno, che rivolgendosi ai giudici ha sottolineato che "per Castellucci troviamo un'enciclopedia di elementi a suo carico. Per vent'anni continue scelte a sfavore della sicurezza, non solo del Morandi". Per la strage sono in tutto 57 gli imputati. Secondo l'accusa, tutto è stato fatto per "profitto, benefit personali, prestigio, perché gli piaceva fare il manager rampante che tutti idolatravano, che garantiva agli azionisti profitti enormi e gestendo Autostrade come la gallina dalle uova d'oro".

"Chiederemo molte assoluzioni, quasi tutte per prescrizione di reato", ha quindi annunciato il pubblico ministero nella sua requisitoria. "Da questo processo il giudice non può basarsi sulla propria intuizione, sulla propria esperienza personale e professionale. Qualunque decisione venga presa, imputati, difese e collettività, avranno bisogno di capire il perché". 

Castellucci è già in carcere dopo la condanna per la strage del bus di Avellino. Sotto la lente del processo ci sono soprattutto le mancate manutenzioni, sepolte da una logica dei massimi profitti, che sarebbero proseguite per anni nonostante la consapevolezza del rischio crollo visto lo stato di ammaloramento del viadotto. Dopo 7 anni dal disastro e più di 3 dall'inizio del processo, l'obiettivo è quello di arrivare a sentenza di primo grado entro l'estate 2026. 

Già lunedì l'accusa ha dedicato una intera udienza per la figura dell'ex ad sottolineando come sapesse delle condizioni del viadotto dal 2009 ma ha rinviato gli interventi per seguire la logica di garantire il massimo profitto all'azienda riducendo i costi, facendo delle scelte strategiche che hanno portato al disastro. Castellucci, questo il ragionamento del pm, "era come lord Voldemort che non si può nemmeno nominare. Aveva creato un clima tale che quando scrivevano di lui mettevano i puntini". Le due società Aspi e Spea (la controllata che si occupava della sorveglianza) sono uscite dal processo dopo avere patteggiato. Hanno pagato nel complesso 29 milioni, hanno risarcito in via stragiudiziale quasi tutti i parenti delle vittime e finanziato la costruzione del nuovo viadotto.