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Gratteri, "Falcone? Me l'hanno mandata": giallo sulle scuse

di Redazione giovedì 13 novembre 2025

2' di lettura

"Me l’hanno mandata persone serie. Erano persone autorevoli dell’informazione, me l’hanno riportata come autentica, e io l’ho letta mentre ero lì e parlavo“: il procuratore di Napoli Nicola Gratteri lo ha detto al Foglio giustificandosi dopo lo scivolone a DiMartedì su La7. Il magistrato, convinto sostenitore del no al referendum della giustizia, ha letto in diretta una presunta intervista a Giovanni Falcone in cui il celebre giudice antimafia si sarebbe detto contrario alla separazione delle carriere. Una intervista che in realtà non esiste. 

Nessun nome specifico da parte di Gratteri, che poi ha spiegato: "La verità è che noi continuiamo a decontestualizzare frasi dette trent’anni fa. Vogliamo metterle nel contesto attuale a ogni costo. E non ci preoccupiamo mai di fare una tara”. Quando gli hanno chiesto se il giudice Falcone la penserebbe come lui sulla riforma se fosse vivo, il procuratore ha risposto: “È esattamente la domanda che occorre porsi: cosa avrebbe detto Falcone? Alla luce di questi ultimi trent’anni, dopo Tangentopoli, cosa avrebbe detto? Vede, ognuno di noi può cambiare idea. La vera questione non è l’intervista che ho letto io. È il comportamento della destra. A destra mi dovrebbero spiegare, se per loro Falcone è un nume tutelare, come mai poi non lo votavano mai ogni volta che si candidava al Csm per avere un incarico… Lui era il migliore magistrato d’Italia, capiva le mafie vent’anni prima, eppure loro non lo consideravano… Perché? Perché Falcone era di sinistra! Era un fuoriclasse! E loro lo decontestualizzano. D’altra parte, lo fanno anche con me. Io quindici anni fa potevo essere d’accordo con il sorteggio dei membri del Csm. E loro non fanno altro che rivangare questa storia. Ma ognuno di noi può cambiare idea. E l’idea si cambia motivandola e spiegando il percorso storico che ha portato a un risveglio“.

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Per quanto riguarda il giallo delle scuse, se nell'intervista al Foglio non compaiono affatto, nell'altra intervista concessa al Corriere della Sera invece il procuratore ha detto: "C’era la testata. C’era la data. Sembrava vera. L’ho letta senza avere il tempo di verificare. In realtà non esiste. Ho sbagliato. Chiedo scusa". 

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