I segreti di Amal, che ha battuto le Clooney girls
Chi di noi non ha mai avuto difficoltà nello scendere da un motoscafo a Venezia? Beh, Amal Alamuddin, futura signora Clooney, è salita e scesa da “Amore” (così si chiamava la barca a motore) con un tacco 12 e un portamento fiero, deciso e raffinato che poche donne potrebbero sfoggiare. Una mossa che la dice tutta sul carattere dell'avvocato più sexy di Londra. Anche perché è scesa con il suo bauletto “Venezia” per mano. Sempre più difficile. E lo sguardo? La 36enne, nata a Beirut, indossava avvolgenti occhiali marroni, lasciandoci però immaginare di vedere più lontano di noi comuni mortali: forse il viso non è mai stato ad altezza uomo. Pareva scrutasse i tetti dei palazzi patrizi che affacciano sul Canal Grande. O magari guardava il cielo, per dialogare direttamente con chi sta più in alto di noi. E chissenefrega se fosse Dio o Allah. Lei, che ha studiato fra la City britannica e New York City, difeso Julian Assange e Julia Timoshenko e lavorato all'Onu per i diritti civili, è una donna che vola alto. Talmente alto da convincere uno degli attori più famosi di Hollywood a farlo ricredere: dopo il primo matrimonio - durato dal 1989 al 1993 con Talia Balsam - aveva giurato che non si sarebbe più sposato. E invece eccoci qua a Venezia. Pare che il fatidico sì sia stato pronunciato già ieri, inaspettatamente. Domani si dovrebbe svolgere la cerimonia più mondana, comunque celebrata da Walter Veltroni (almeno Clooney dimostrerebbe di essere umano perché sbaglia a scegliere l'ex sindaco di Roma), con un centinaio di vippazzi americani a suggellare lo storico evento. Al di là del gossip, del colore dei vestiti - venerdì sera Amal era vestita di rosso, col tacco e sempre più sicura di sé fra vaporetti e calle - del menu e della polemica sul Cipriani vietato ai Clooney, la vera domanda è: perché George ha cambiato idea sulle nozze? Quelle che ha passato prima non erano ok? Tutte belle e avvenenti, come le amiche - ieri, per dire, ha passato la mattinata con Cindy Crawford - ma non degne di essere presentate alla mamma o simpatiche alle mogli degli amici - com'è capitato a Elisabetta Canalis, che non andava d'accordo con la dolce metà di Matt Damon. Kelly Preston fu forse la prima storia ufficiale, ma non durò molto: ora è la moglie di John Travolta. L'attrice Talia Balsam, dal 1989 al 1993, è stata sposata con un Clooney non ancora famoso, alle prime armi: appena ha conosciuto il vero jet set ha cambiato subito gusti. Karen Duffy, ex modella, aveva fatto perdere la testa a George nel 1995 ma lo stile lasciava un po' a desiderare: sono rimasti amici, punto e fine. Da una modella all'altra: Celia Balitran, fidanzata dal 1996 al 1999. Che dire? Un po' eccentrica, visto che girava in abito lungo con le sneakers ai piedi. Nel 2000 fatale è stato lo spot della Martini: Lisa Snowdon, presentatrice tv britannica, fa breccia nel cuore di George. Grandi gambe, bel decollete, ma più che una storia è un tira e molla che dura qualche anno. Nel 2007 si torna sulla modella, Sarah Larson, la quale tuttavia sembra non conosca altri colori se non il nero e il blu. Un po' limitata, forse... Amal, in un giorno è passata dal bianco-nero al rosso! E arriviamo a Elisabetta Canalis. Di lei si sa tutto, così come del suo recentissmo matrimonio con il luminare di Los Angeles Brian Perri. Cosa non ha funzionato? La nostra Eli è attivista per i diritti, ma principalmente per i cani: ricordate il calendario e i video per la Peta? Ecco, Amal appare insomma come la somma di tutte le ex di Clooney: c'è la bellezza, il carattere, la sicurezza, il cervello, lo charme, il coraggio e la mentalità global. La neo sposa sa tre lingue (arabo, francese e inglese): è cittadina del mondo, così come si sente George. E, nel suo mondo, era già famosa prima di fidanzarsi con l'attore americano. Non aveva bisogno di sposarlo. Ma lui non poteva lasciarsela scappare: prima di essere bella fuori, è gnocca dentro. Ieri sera, accompagnato da un'orchestra d'archi e da un trio jazz, ha dedicato ad Amal «When I fall in love» di Nat King Cole. La favola è iniziata. di Giuliano Zulin