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Fini vuole staccare la spina al moribondo Fli

Pierderdinando Casini (Udc) e Gianfranco Fini (Fli)

I colonnelli si oppongono ma il fondatore è pronto a sciogliere il partito all'assemblea nazionale di giugno

Nicoletta Orlandi Posti
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  Uno rappresenta solo se stesso, l'altro non crede più a nulla. No, non è un buon momento per Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini e il Terzo polo in generale. Anzi, il Terzo Polo propriamente detto non esiste più. Lo aveva certificato la tornata elettorale del 6 e 7 maggio, lo hanno ribadito i leader in questi ultimi giorni. Oggi, per esempio, il leader dell'Udc ha affondato il coltello: "Io rappresento solo me stesso", ha replicato Casini ai giornalisti fuori da Palazzo Chigi, alla domanda se nell'incontro con il premier Mario Monti avesse rappresentato anche le posizioni di Futuro e Libertà e Api. Il clima tesissimo tra i centristi, unito ai maldipancia del Pdl, non aiuta la tenuta del governo. Monti si sarebbe detto preoccupato per la maggioranza in frantumi, anche se Casini tira indietro la mano: "Questo io non l'ho detto, lo ha detto lei...", ha strizzato l'occhio ai cronisti.    Gianfry disperato - E mentre Pierferdy si guarda intorno, preoccupato che la prematura eclissi del Terzo polo possa azzopparne le ambizioni, Gianfranco Fini disperato deve fare i conti con il collasso di Futuro e Libertà. Ieri l'ufficio di presidenz Fli si è riunito per approvare un documento propedeutico all'assemblea nazionale di giugno. Nero su bianco c'era scritto che doveva escludersi lo scioglimento del partito. Ma lo stesso Fini ha fatto sbianchettare la frase, ammettendo di fatto che la fine della sua creatura è vicina. I suoi colonnelli però non ci stanno: avrebbero preferito l'accanimento terapeutico a una morte ingloriosa.        

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