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Capannoni crollati e strage di operai,ecco i nomi degli indagati per il sisma

Stretta sul dramma del terremoto, il pm Zincani: "Stabilire nel più breve tempo possibile le responsabilità". Dito puntato sul mancato rispetto delle norme anti-sismiche

Giulio Bucchi
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Arriva la stretta sui capannoni crollati per le scosse di terremoto che martedì scorso hanno di nuovo messo in ginocchio l'Emilia Romagna, lasciando sotto i detriti degli stabilimenti i cadaveri di 17 operai. La Procura di Modena renderà noti i nomi degli imprenditori indagati per il mancato rispetto delle norme anti-sismiche e di sicurezza. Il procuratore capo Vito Zincani ha già avvertito: "Gli indagati saranno molti". Accertare responsabilità - L'obiettivo dei magistrati, ha spiegato Zincani, è stabilire "nel più breve tempo possibile luoghi e modalità" nei quali le vittime del sisma hanno perso la vita, "in modo da dare subito il 'nulla osta' per seppellire i morti accidentali" e consentire a chi può di piangere i suoi cari in pace. Per esclusione si stabilirà così anche su quali corpi sarà invece necessario effettuare l'autopsia. "Dove ci sono persone rimaste travolte sotto strutture recenti - prosegue - si porrà invece il problema della verifica". Circa le accuse mosse da qualche amministratore locale secondo le quali alcune aziende avrebbero risparmiato sulle costruzioni a scapito della sicurezza, il procuratore frena: "Non mi è stato segnalato nulla", dice, e comunque, aggiunge, "si corre il rischio di innescare inutili polemiche". "Quello che dobbiamo fare ora - sottolinea - è valutare se le strutture nuove crollate erano a posto. Credo che tutto il popolo italiano se lo aspetti". Inchiesta lunga - "Dovrò acquisire molti dati - continua - l'inchiesta durerà del tempo. Per ora abbiamo aperto solo un fascicolo. Probabilmente bisognerà aprirne più di uno. Ognuno è un caso a sé", sottolinea, spiegando che per ciascuno in linea di massima si aprirà un fascicolo apposta, "a meno che non ci siano due persone morte con modalità identiche". Sull'ipotesi di sentire il pm di Torino Raffaele Guariniello, che sta promuovendo una procura nazionale sulle morti sul lavoro (e che proprio oggi ha incaricato le Asl di zona di avviare delle verifiche sulla sicurezza antisismica dei capannoni industriali di Torino e provincia sulla scia della tragedia emiliana), Zincani spiega di non aver pensato ad alcun collegamento con le inchieste del magistrato piemontese sui casi Thyssen o Eternit e di non aver intenzione di chiamarlo per un confronto. Camusso all'attacco -  Intanto la Cgil, per bocca della segretaria Susanna Camusso, torna ad accusare gli imprenditori e Confindustria. "Trovo un po' incomprensibile   semplicemente alzare le mani e dire 'noi non c'entriamo niente'". "La prevalenza dei crolli riguarda attività industriali e capannoni delle fabbriche", ricorda la Camusso convinta che sia "assolutamente legittimo immaginare che siano stati costruiti senza pensare che ci vogliono norme antisismiche".  "Probabilmente - aggiunge il leader della Cgil - anche una serie di norme che hanno favorito la costruzione rapida di capannoni non hanno tenuto sufficientemente in conto l'evoluzione delle conoscenze sui fenomeni sismici".  

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