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Il tormentone estivo? La Cacada di Checco Zalone

Checco Zalone

Dice cose che tutti pensiamo ma nessun cantante ha il coraggio di dire. E Monti, magari...

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 Il calore dei supporti fisici. Le monete dentro al juxe box con quella canzone che finisce sempre troppo presto. L'attesa per i Festivalbar ma quelli del compianto Vittorio Salvetti. La stessa traccia, lo stesso video, almeno 50 volte al giorno a radio e tv unificate. O, volete mettere, le cassette dei vucumprà quando i soldini latitano e la gioia nel recarti al negozio di fiducia per acquistare il nuovo album del tuo cantante preferito. E poi settembre e la solita malinconia di un'estate che "sta finendo, di un anno che se ne va, sto diventando grande e lo sai che non mi va", come cantavano i Righeira, grandi e sempre avanti. Altri tempi. Altre estati. E, se permettete, altra musica. Per esempio: iTunes era roba da film di fantascienza. Il concetto di canzone era fisico e duraturo, mica volatile. Di conseguenza anche le hit duravano di più. In particolare quella che diventava il tormentone assoluto. Il tormentone dell'estate. Che sotto il solleone arrivava puntuale. Come il destino o come gli svizzeri. I più chic o lo detestavano o lo snobbavano. La gente senza puzza sotto il naso lo sopportava. Più di qualcuno lo canticchiava e alla fine, se bello, se ne innamorava. Ma nell'epoca della musica sulle nuvole non c'è verso che tenga. Il de profundis l'abbiamo intonato qualche tempo fa e in buona compagnia. Forse con le Las Ketchup, tirate in ballo una tantum, in articoli tipo questo, e di sicuro estinte anche loro assieme a quel mondo di cui parliamo sopra. Ma farcene una ragione proprio no: inizia a far caldo e, puntualmente, siamo alla ricerca di un tormentone che non ha più ragione di esistere. Ora ci sono le playlist anche se il termine da noi fa troppo anni 2000 ed è diventato quasi demodé. Meglio parlare di liste. Al loro interno, piaccia o no, ci stanno alla grande i resuscitati (grazie alla dance e a Mick Jagger) Maroon 5 con la mite e felice Payphone Feat. Wiz Khalifa, e i rockettari Train, per adesso devoti alla cassa dritta con un pezzo senza pensieri e senza pretese come Drive By. In pole position anche Giorgia & Jovanotti con Mi porti su, che è un esperimento di meritato successo leggero e godibile come pochi, la potente e snobbatissima (dai soliti corvi) Madonna con l'italiana Girl Gone Wild, Dj Antoine & The Beat Shakers con la facile Ma Chérie e il festoso e spassoso Gusttavo Lima con la sua Balada. E tra non molto potrebbero farsi sentire anche la piccola, super sexy e, diciamo, senza età Kylie Minogue con la sorprendente Timebomb e la scatenata e tanto anni Settanta Mama Lover delle russe Serebro, tre giovanotte belle, in gamba e che della vita hanno capito proprio tutto (cercate il video e relative parodie su Youtube e capirete anche voi). Uno come Checco Zalone però va oltre ogni lista. La sua Cacada è kitsch, siamo d'accordo, ma già dalle prime note mette il sorriso sulle labbra, raddrizza la più cupa e tecnica delle giornate e dice cose che tutti pensiamo ma che neanche il Caparezza più politico e impegnato del mondo si sognerebbe di cantare in quel modo. E allora: dopo la conduzione tecnica del grande Rocco Papaleo a Sanremo, cosa aspettiamo ad eleggere questa Cacada "dichiarata" a tormentone tecnico? Certo, non tradizionale, sennò di cosa abbiamo parlato finora... Dedichiamo tutto al signor Mario Monti e alla sua era. Chi lo sa, magari il Nostro molla per un attimo loden & robot, scende nel mondo reale e si mette a ballare assieme a Zalone e a noi poveri contribuenti. Alla faccia dello spread, dell'Imu, di Equitalia e di tutti gli enti.  

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