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Bossi, cazzotto a Maroni: "I cani piccoli abbaiano..."

Il Senatùr non molla e ribatte a Bobo: "Il capo sono io, gli altri non spaventano"

Giulio Bucchi
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  La convivenza armata rischia presto di diventare guerra fratricida. In stile Highlander, tra Umberto Bossi e Roberto Maroni ne rimarrà soltanto uno. Non passa giorno, infatti, senza che presidente e segretario della Lega si pizzichino sulla loro leadership nel partito. Giusto per rimanere alle ultime ore, Bobo aveva definito la carica di Bossi "affettiva", limitandone di fatto poteri e incisività. Ma ancora una volta Il Senatùr non ci sta. E' ancora lui il capo? "Così dicono... Ci sono tanti cani piccoli che abbaiano ma non mordono". Riferimento forse più ai maroniani che a Maroni, cui comunque l'ex segretario regala una frase amara: "Con me non è molto generoso...". E mentre mercoledì Silvio Berlusconi ha incontrato proprio Maroni per discutere di nuova legge elettorale, il "dimenticato" Bossi lo avverte e gli consiglia di stare in guardia: "Come si è fatto vivo, la magistratura lo ha mazzolato subito - ha spiegato il presidente della Lega citando anche l'inchiesta siciliana sui rapporti tra Stato e mafia -. Deve stare attento a quel che fa...".    

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