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Il governo a caccia di 7 miliardi per rinviare l'aumento dell'Iva

Enrico Bondi e Mario Monti

Inizia la fase due dei tagli alla spesa pubblica: Monti e Bondi colpiranno province, ministeri e dipendenti statali

Giulio Bucchi
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Spending review, atto secondo: a settembre il governo si dedicherà al nuovo capitolo sui tagli alla spesa pubblica e l'obiettivo è chiaro, bloccare l'aumento dell'Iva di due punti per tutto il 2013. L'innalzamento dell'imposta era già stato scongiurato qualche settimana fa, adesso Mario Monti lavora affinchè l'ossigeno per le tasche degli italiani possa durare altri 12 mesi. Serviranno 6 o 7 miliardi di euro, la metà dei quali dovrebbe arrivare proprio dalla spending review. L'accetta di Bondi - La fase due dei tagli alla spesa pubblica, dopo un primo stadio dedicato soprattutto alla razionalizzazione della sanità, riguarderà soprattutto la macchina statale. Nel mirino i grandi enti ministeriali e centrali, ma pure le province. Innanzitutto, le prefetture, le questure, le ex strutture della motorizzazione civile, gli uffici scolastici. Prefetture e uffici territoriali del governo attualmente gravano sulle casse dello Stato per circa 500 milioni di euro l'anno. Anche i Ministeri verranno sfrondati, attraverso l'accorpamento di strutture e il conseguente taglio del personale. I dipendenti statali in esbuero verranno fatti "scivolare" attraverso prepensionamenti e mobilità. C'è poi il capitolo servizi. La revisione dei contratti di fornitura e acquisto di beni andrà avanti secondo il metodo-accetta del super commissario Enrico Bondi. L'obiettivo è di estendere a 50 miliardi di euro di servizi la revisione con gli strumenti Consip, portando a un risparmio di 8 o 9 miliardi entro il 2013.

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