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Basta movida selvaggia:patente a punti per tutti i locali

La prima fu Torino, poi è stato il turno di Firenze. Adesso moltissime città sono sempre più vicine alla sua attuazione

Leonardo Diana
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La prima è stata Torino, poi è stato il turno di Firenze. Adesso anche Palermo e Bari stanno studiando l'attuazione, mentre altre città come Brescia, Napoli, Catania, Udine, Pisa e Roma sono sempre più vicine alla sua attuazione. Si tratta della patente a punti dei locali pubblici ovvero un'intesa nata tra gestori e Comuni per frenare il rumore e la sporcizia nei quartieri della movida. La rivoluzione della vita notturna arriva in seguito all'aumento dell'80% degli interventi della polizia locale legati alla movida negli ultimi tre anni. "La gente deve poter prendere casa sapendo che c'è rispetto del riposo" ha detto Giuseppe Barbera, assessore all'Ambiente del Comune di Palermo, dove a ottobre sarà presentato un regolamento con un sistema a punti nato dal gruppo di lavoro Agenda21. Secondo Franco Albore, assessore al Commercio di Bari si tratta di: "Un progetto su cui discutere subito". Le regole - Il modello in questione riprende il sistema della patente di guida. Ogni locale parte con una dotazione di venti punti e chi sbaglia paga e perde punti, chi si comporta bene li guadagna. Ad esempio, chi azzera il proprio bonus-punti a Firenze rischia, oltre alle sanzioni, la sospensione dell'attività fino a cinque giorni e, nei casi più gravi, la chiusura del locale. Chi favorisce la confusione, penalizza il vicinato perderà cinque punti. Dirà addio a tre punti, invece, chi non mette a disposizione il kit per il test alcolemico e chi non ha i bidoni per i rifiuti. Guadagna quattro punti chi non commette infrazioni per quattro mesi, mentre chi tiene la retta via per un anno ha accesso ai benefit, che vanno dal patrocinio del Comune e agli sgravi per le iniziative commerciali al permesso di tenere aperto più a lungo. Il dibattito - Il sistema della "movida a punti" non ha accontentato tutti. A Firenze c'è chi si lamenta e dichiara: "Non funziona perché si colpisce solo l'imprenditore senza punire il comportamento incivile del singolo". Queste le parole di Lorenzo Segre, titolare di un notissimo locale della città, a pochi metri dalla basilica di Santa Croce. "Se chi sta per strada compra alcolici al minimarket e orina sul marciapiede  i gestori dei locali che ci possono fare?". Il passaparola - Intanto, le amministrazioni di moltissime città italiane stanno pensando di adottare questo sistema. A Brescia, l'idea è quella di un "patto di civiltà" tra titolari dei locali, Comune e residenti del quartiere del Carmine, promosso dall'assessore al Centro Storico Mario Labolani che sostiene: "Per responsabilizzare sui problemi di rumore, traffico, sporcizia". A Napoli, l'assessore partenopeo alle Attività produttive Marco Esposito: "Tra Napoli e Firenze c'è già un accordo di scambio di idee". Secondo il sindaco di Catania Raffaele Stancallia, la  patente a punti potrebbe diventare "uno strumento di agevolazione per chi si comporta bene". E la Capitale come si comporta? - A Roma a proporre maggiore compartecipazione alla regolamentazione della movida è la Federazione italiana pubblici esercizi. Il presidente Nazareno Sacchi dichiara: "Saremmo d'accordissimo a stringere accordi con l'amministrazione comunale, i problemi non si risolvono con delibere su delibere". 

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