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Stato islamico, decapitati quattro curdi: tre erano donne

Giulio Bucchi
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I tagliagole del Califfato hanno decapitato tre donne curde. L'orrore dei miliziani jihadisti che stanno combattendo in Iraq e Siria ha raggiunto un nuovo, sconvolgente livello: tra Mosul e Kirkuk, dopo ore di scontri a fuoco con l'esercito iracheno, le truppe dello Stato islamico hanno decapitato quattro combattenti curdi di cui, appunto, tre donne, fatti prigionieri vicino alla città siriana di Kobane, vicino al confine con la Turchia. A renderlo noto è stata la Ong Osservatorio nazionale per i diritti umani. Le teste delle vittime sono state esposte nella città di Jarablus. Oltre 160.000 civili curdi sono fuggiti verso la Turchia dal 16 settembre scorso, mentre i jihadisti hanno occupato circa 70 villaggi.  L'avanzata dei jihadisti in Iraq - Mentre dall'Inghilterra il quotidiano The Independent mette in dubbio l'efficacia dell'azione congiunta Usa-Gran Bretagna con raid troppo lontani da Baghdad, le milizie dello Stato islamico hanno preso il controllo di una base militare dell'esercito iracheno ad Albu Aytha, a nord di Ramadi. Secondo Ahmed al Dulaimi, governatore della provincia di Anbar, alcuni degli uomini dell'esercito sarebbero stati uccisi, ma la maggior parte sarebbe fuggita a fronte dell'avanzata delle milizie del Califfato. Ad Albu Aytha, circa 80 chilometri a nord-ovest di Baghdad, erano già in corso duri scontri tra le parti negli ultimi giorni, mentre nelle scorse ore combattenti dello Stato islamico avevano iniziare a postare sui propri account Twitter immagini provenienti dall'area che indicavano l'imminente conquista. Secondo quanto riferito lunedì dall'emittente satellitare Al Jazeera, 240 militari della 30esima Brigata meccanizzata dell'esercito iracheno erano rimasti bloccati nel villaggio, a corto di rifornimenti e di cibo. 

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