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Loris, il giallo della vicina di casa

Lucia Esposito
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Il gip Claudio Maggioni di Ragusa decide oggi sulla convalida del fermo di Veronica Panarello. Ieri la donna, accusata dell'omicidio del figlio, è stata interrogata a lungo in carcere. Lei ha continuato a dichiararsi innocente. Ma per i pm  le prove della sua colpevolezza sono racchiuse in un video di quaranta minuti che proverebbero come quel 29 novembre Veronica non abbia lasciato a scuola Loris ma sia rimasta con lui 36 minuti in casa. E, secondo i medici legali, il piccolo sarebbe stato ucciso proprio in quei trentasei minuti, strangolato con delle fascette da elettricista. Fascette simili a quelle che la mamma ha consegnato alle maestre del piccolo che erano andate a casa a dare le condoglianze ai genitori di Loris. Resta ancora in piedi l'ipotesi di un complice. Si è cercato senza risultarti un secondo cellulare. Nessun riscontro anche all'ipotesi che un estraneo fosse in casa quella mattina aprendo il portone a Loris quando, secondo l'accusa, la madre parte in macchina per portare il piccolo Diego in ludoteca. A gettare il piccolo nel canale del vecchio mulino è stata comunque una sola persona, a cui la Scientifica avrebbe rilevato le orme.   Il racconto del vicino di casa - Resta il giallo della vicina di casa albanese che, sentita dagli inquirenti subito, ha descritto la famiglia Stival come una famiglia modello: lui che è spesso fuori per lavoro, lei che segue i suoi due figli. Ma poi . come scrive il Messaggero, qualche giorno dopo a un'edicolante del paese avrebbe riferito tutt'altro. "Moglie e marito litigavano sempre, li sentivo gridare. Parlavano di soldi presi in prestito che non riuscivano a restituire. Lui le rimproverava si spendere troppo. Lei se la prendeva con i bambini, li sgridavano spesso". L'edicolante ha informato i Carabinieri, ma la donna non conferma nulla. 

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