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Morti Eternit, 18 anni al magnate svizzero Stephan Schmidheiny

Aumentata la pena per il dirigente del colosso multinazionale dell'amianto, condannato per i morti di Casale, Bagnoli e Rubiera. Commozione in aula

Matteo Legnani
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La Corte d'Appello di Torino ha condannato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, ex manager dell'Eternit, a 18 anni di carcere per disastro ambientale doloso e   omissione dolosa di cautele antinfortunistica in relazione alle numerose morti per amianto dello stabilimento di Casale Monferrato. Aumentata, dunque, la condanna in primo grado che era stata di 16 anni. I giudici hanno esteso la responsabilità dell'imputato anche per gli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). La Corte ha deciso di non doversi procedere per morte del reo nei confronti del barone belga Louis De Cartier, deceduto all'età di 92 anni lo scorso 21 maggio. Il legale di Schmidheiny ha commentato con una frase che può sembrare quasi una minaccia: "Sono indignato, adesso quale imprenditore straniero investirà in Italia?". Risarcimenti milionari - La Corte d'Appello ha inoltre disposto provvisionali per 20 milioni di euro per la regione Piemonte, mentre per il Comune di Casale Monferrato il risarcimento è di 30,9 milioni. "Esprimo soddisfazione e fierezza per i tempi di questo processo, che siamo riusciti a rispettare secondo quanto ci eravamo prefissati durante la fase organizzativa", è il commento del presidente della Corte d'Appello di Torino Mario Barbuto. Il presidente dell'Associazione famigliari e vittime dell'amianto, Romana Blasotti, è soddisfatta: "Non vedo l'ora che sia finita, sono stanca per tutti gli anni che abbiamo lottato ma contenta che la pena sia stata aumentata". La 84enne Blasotti per malattie legate all'amianto ha perso 5 familiari. Per molte famiglie che attendono un risarcimento, però, la beffa è dietro l'angolo. La normativa svizzera, infatti, prevede la mancata esecutività immediata delle sentenze italiane: serve la "delibazione", ovvero l'ok di Berna, che potrebbe non arrivare a breve. Inoltre, con la morte di De Cartier, sono state cancellate oltre 90 famiglie dalla lista delle parti civili. Alle 932 parti civili rimanenti andranno invece 30mila euro a testa, per un totale di 30 milioni di euro. Una tuta per Guariniello - Commozione in Aula già dalla mattina quando il 67enne Pietro Condello, un ex operaio dello stabilimento di Casale, ha donato una tuta dell'Eternit al procuratore Raffaele Guariniello, grande protagonista della battaglia legale contro la multinazionale dell'amianto. "Ha fatto tanto per noi. Da quattro anni metto questa tuta - ha spiegato l'operaio -. Tanti sono morti e toccherà anche a me, ma almeno mi auguro ci sia una giustizia". Sono circa 700 le persone arrivate da tutta Europa per assistere alla sentenza: 400 solo da Casale Monferrato da cui sono partiti 7 bus, un altro centinaio dalla Francia a bordo di due pullman, una settantina dall'Emilia Romagna. Ci sono anche i minatori   della Lorena e altre delegazioni da tutta Europa. Fuori dal Tribunale il primo striscione ad apparire appeso alle ringhiere, scritto in francese, parla chiaro: Schmidheiny ti aspettiamo anche in Svizzera.

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