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Gotti Tedeschi, lo Ior dice sì alla sfiducia: decisivo il voto dei laici

La commissione di vigilanza cardinalizia non aveva ratificato l'esautoramento dell'ex presidente: sfida aperta al segretario Bertone?

Giulio Bucchi
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La partita su Ettore Gotti Tedeschi è chiusa. Ma per volontà dei laici in Vaticano, non dei cardinali. La rimozione del presidente dello Ior dalla Banca vaticana, infatti, è nero su bianco: decisivo il parere del board dell'istituto, formato da esponenti religiosi, che hanno votato sì alla sfiducia promossa dal segretario di Stato Tarcisio Bertone. Ora il presidente ad interim è Ronaldo Hermann Schmitz, vice presidente in carica. Il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha ufficializzato la decisione negando ogni frattura all'interno della Commissione di vigilanza cardinalizia. "Le affermazioni pubblicate da alcuni quotidiani su una divisione tra i cardinali sono assolutamente non fondate". Ma la formula con cui i porporati hanno ratificato la decisione del board è glaciale: "La Commissione prende atto". Spaccatura - Voci vicinissime alla Santa Sede nelle ultime ore avevano però parlato di uno strappo all'interno della Commissione (composta da quattro porporati oltri allo stesso Bertone) tra i cardinali Toppo e Scherer (schierati con il segretario) e Tauran e Nicora (per il no alla sfiducia"). Un altro segnale della tensione intorno alla figura di Bertone, il siluratore di Gotti Tedeschi che in queste ore è a Milano (a sorpresa, e con uno strappo significativo alla tradizione) insieme al Papa. La sua vicinanza a Benedetto XVI, nei giorni della tempesta sul corvo del Vaticano e la fuoriuscita di carte riservatissime, è un messaggio soprattutto ai suoi avversari: l'unione con Ratzinger è ancora forte, quindi nessuna trama oscura. Anche se la chiusura del caso Ior sembra più una battaglia vinta che una guerra conclusa.   

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