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Siamo di nuovo emigrantisempre più italiani in Germania

Secondo i dati dell'Agenzia per il lavoro tedesca aumentano i lavoratori che arrivano da Grecia, Italia, Spagna e Portogallo

Lucia Esposito
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  Ritorno al passato. Gli immigrati, adesso, siamo di nuovo noi. Secondo quanto scrive il quotidiano Il Fatto Quotidiano l'Agenzia federale per il Lavoro, l'equivalente dei nostri centri per l'impiero ha segnato che in base ai dati raccolti a tutto maggio 2012 è giunta alla conclusione che in dodici mesi il numero dei cittadini italiani, greci, spagnoli e portoghesi che lavorano in Germania è cresciuto del 6,5% a 452mila unità. In  particolare, il numero degli italiani è  cresciuto del 4,2%, quello degli spagnoli dell'11,5%, quello dei greci del 9,8% e quello dei portoghesi del 5,9 per cento. E alla fine del mese di maggio erano ben 232.800 i nostri concittadini italiani impiegati  in Germania, contro i 117.700 greci, i 55.600 portoghesi e i 46.000 spagnoli. E dai dati arriva la conferma a quello che Libero ripete da tempo: e cioè che la Germania "potrebbe ricavare grossi benefici da questa crisi dei Paesi del Sud Europa". Berlino, ricorda il sito del Fatto. è da tempo alla ricerca di personale altamente qualificato.    Proprio in concomitanza con la diffusione dei dati dell'immigrazione italiana e, in generale, dei Paesi deboli in  Germania il presidente dell'Associazione macellai ha lanciato l'allarme: "Macellerie a rischio in Germania, con sempre più negozi che chiudono per mancanza di successori dei titolari". Secondo Gero Jentzsch, secondo il quale "troppi giovani pensano che un macellaio ha ogni giorno a che fare col sangue, deve alzarsi la mattina presto e non guadagna nulla". Il risultato è che ogni anno chiudono in tutto il Paese 300 macellerie, passate dalle 18mila di dieci anni fa alle 15.500 attuali. "Chi chiude per sempre l'attività lo fa perchè è vicino alla pensione e non riesce a trovare successori, non perchè guadagna poco", precisa Jentzsch  

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