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Clandestini bloccati in mare

Malta: "Italia disgustosa"

Albina Perri
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Italia disgustosa. Perché non è umana nei confronti dei clandestini. Questo si è permesso di dire il primo ministro dell'isola, dopo l'ennesimo caso di barconi contesi. Scordando che gli ultimi, della Pinar, se li è accollati l'Italia e non certo il suo Paese. Scordando che esistono accordi internazionali, e che i barconi fermano in acque non nostre. Dopo la vicenda della nave turca "Pinar" rimasta per giorni in mare nell'attesa che il governo italiano e quello maltese si accordassero (non senza polemiche) su chi dovesse prendersi cura degli oltre 150 clandestini che il capitano aveva salvato da un naufragio, finché non intervenne la nostra Guardia costiera, oggi ci sono altre due imbarcazioni piene di disperati rimaste bloccate tra Lampedusa e Malta. Un primo natante con 144 migranti è fermo a 56 miglia marine a sud della costa siciliana, in acque di competenza maltese. Ad avvisare le autorità della sua presenza sono stati gli stessi passeggeri, che hanno chiamato a terra utilizzando un telefono satellitare. Una seconda barca si trova sempre nel Canale di Sicilia, a 45 miglia dalla costa in acque territoriali di Malta, e trasporta 75 persone. Roma e La Valletta ora devono stabilire chi debba intervenire e dove debbano essere condotti gli immigrati. E mentre si sta sviluppando un nuovo confronto tra Malta e l'Italia sul soccorso di immigrati al largo di Lampedusa, il primo ministro maltese Lawrence Gonzi ha espresso «disgusto» verso quello che ha definito come «l'intransigenza dell' Italia nei confronti di vite umane». Gonzi ha dichiarato come «inaccettabile» il mancato soccorso di immigrati a pochi passi dalla costa di Lampedusa.

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