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Il giudice del caso Tortora: sbagliato chiedere scusa

Lucia Esposito
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Il caso Tortora non smette di far discutere. Adesso è scoppiata la guerra tra i pm coinvolti nel processo che tanto ha fatto discutere e che è diventato uno dei casi giudiziari più spinosi della nostra storia. Qualche giorno fa il grande accusatore del presentatore, il pm Diego Marmo  oggi diventato assessore del Comune di Pompei che disse che Tortora "è un cinico  mercante di morte" ha chiesto scusa alla famiglia. Si è pentito per quello che è successo e si è definito "assassino morale". Niente scuse - Ma ecco che il giudice titolare dell'inchiesta, Felice Di Persia si è sollevato contro di lui. Ha detto che non ci furono errori giudiziari. In un'intervista al Velino il giudice che non vuole chiedere si chiede di cosa si è pentito Marmo. E dice: " Di aver apostrofato Tortora in aula come mercante di morte? Allora ha ragione la signora Scopelliti a dire che “si è pentito con trent'anni di ritardo” e fa bene a chiedere scusa perché un magistrato non può mai scomporsi, tanto meno in aula. Se si è pentito invece per aver chiesto la condanna, doveva farlo il giorno dopo. Non oggi. E se è convinto del suo pentimento deve auto cancellarsi dalla vita sociale". E ha continuato: "Nel processo Tortora, Marmo c'entra come il cavolo a merenda visto che non ha fatto nulla: è andato a giudizio ripetendo meccanicamente ciò che era scritto nei faldoni dell'accusa. A quanto pare Marmo è il primo magistrato pentito della storia italiana". 

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