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Ecco perché il parroco ha fatto inchinare la Madonna al boss della 'ndrangheta

Nicoletta Orlandi Posti
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La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha avviato un'indagine sull'inchino della Madonna davanti alla casa del boss di 'ndrangheta di Oppido Mamertina durante la processione. Alla Dda è giunta la segnalazione inviata dai carabinieri di Oppido, il cui comandante ha abbandonato la processione quando si è accorto di ciò che stava accadendo, avviando i primi accertamenti. L'indagine punta ad accertare l'eventuale livello di contiguità dei portatori della statua della Madonna e se la sosta era stata programmata o se pure sia stata una decisione presa all'ultimo momento. Di certo c'è, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, che il parroco del paese, don Benedetto Rustico, è cugino di primo grado del boss della 'ndrangheta, Peppe Mazzagatti, omaggiato durante la processione. Lo stesso don Benedetto si è reso protagonista ieri di un altro episodio che sta facendo discutere: durante l'omelia della Messa a ha fatto appello ai suoi fedeli "di prendere a schiaffi il giornalista" del Fatto che stava assistendo alla funzione per poi realizzare un servizio. Una pratica antica - Il sindaco del paese, Domenico Giannetta, ieri aveva affermato: "E' una pratica ripetuta da oltre 30 anni, con la Vara rivolta verso una parte del paese", oggi durante una conferenza stampa ha sostenuto che "la Madonna e il culto religioso sono per noi amministratori e per la popolazione motivo di orgoglio che trova il suo principio più alto nella fede e nell'amore per Dio, non nella 'ndrangheta". Giannetta si è detto "fiducioso nell'operato delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria" e "qualora dovessero emergere in capo a terzi reati da cui si evince che il significato del gesto reiterato nel corso degli anni era rendere riverenza alla criminalità organizzata, noi ci costituiremo parte civile nel procedimento a loro carico in quanto è stato leso il decoro, la dignità e l'immagine di tutti i cittadini onesti e laboriosi della comunità Mamertina, della Provincia di Reggio Calabria e della nostra Regione". L'attacco della Chiesa - Su quanto accaduto è intervenuto anche il presidente dei vescovi calabresi, mons. Salvatore Nunnari. "Dispiace che i preti non abbiano avuto il coraggio, non di andare via, ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare dalla processione. Avrebbero dato un segnale e di questi segnali abbiamo bisogno", ha detto. "Siccome sotto la vara può capitare che ci sia il mafioso di turno che fa poi il capo, allora bisogna avere il coraggio di fermare le processioni. Se fossi vescovo di quella città per un po' di anni non ne farei e credo che sarebbe cosa gradita alla Madonna". Da parte sua il vescovo di Oppida Mamertina-Palmi, monsignor Francesco Milito esprime "netta riprovazione dell'inconsulto e temerario gesto di blasfema devozione che va all'opposto di quella dovuta alla Madre di Dio". E ancora: "Chi è riuscito a compierlo, e a ritentarlo, è chiaramente lontano da ogni pur minimo spirito di fede pura, retta e autentica - afferma monsignor Milito -. Se neanche le parole pronunciate da Papa Francesco appena qualche settimana fa, con una condanna da tutti comprensibile nella sua incisiva chiarezza, sono riuscite a far da freno, è segno che l'indurimento e l'ottundimento di alcune coscienze sono sotto il livello di guardia". "La Madonna non si inchina ai malavitosi", chiarisce Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei. "Chi ha fatto fare l'inchino alla Madonna le ha fatto fare un gesto che la Madre di Dio non ha mai fatto. Si è inchinata la statua, non la Madonna". La condanna di Alfano - "Deplorevoli e ributtanti": non usa mezzi termini il ministro dell'Interno Angelino Alfano per condannare quanto accaduto a Oppido Mamertina. "La lotta a tutte le mafie è anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitù e soggezioni di chi le omaggia ed è anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza" ha detto Alfano. "Papa Francesco, un combattente, qualche giorno fa ha detto che questa è l'unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi è schiavo del male e della cultura della morte".

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