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Bus comprati e mai utilizzati"Mazzetta alla segreteria di Alemanno"

Gianni Alemanno

Il sindaco smentisce categoricamente le accuse di un imprenditore che racconta di una tangente di 600mila euro per una commessa di 45 autobus per il Comune di Roma

Nicoletta Orlandi Posti
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  Scuote i piani alti del Campidoglio l'inchiesta del pm romano Paolo Ielo su una commessa da 20 milioni di euro del 2009 per l'acquisto di 45 bus da parte di Roma Metropolitane, società del Comune di Roma. Appalto che sarebbe stato subordinato, secondo la procura, ad una maxi tangente da 600 mila euro realizzato tramite il meccanismo delle sovrafatturazioni. I mezzi, mai entrati in circolazione, sono destinati al corridoio della mobilità Laurentina.  Quei soldi sono andati alla segreteria del sindaco Gianni Alemanno, ha detto al gip di Roma Stefano d'Aprile, Edoardo D'Inca' Levis, imprenditore italiano residente a Praga, arrestato circa un mese fa. Per l'accusa fu lui il mediatore per la tangente. L'imprenditore nel corso dell'interrogatorio, avvenuto l'8 gennaio, spiega al gip che Roberto Ceraudo, ad della Breda Menarinibus arrestato martedì scorso, «fece riferimento alla “segreteria di Alemanno” come destinataria delle risorse finanziarie». Nell'inchiesta sulla presunta maxitangente  risulta indagato perché ritenuto destinatario di una parte della tangente, 150 mila euro, anche l'amministratore delegato di Eur Spa, Riccardo Mancini, considerato un fedelissimo di Alemanno e da ieri dimissionario. Il sindaco di Roma smentisce: «Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare».  

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