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Papa Francesco nel mirino dei terroristi. I servizi: massima allerta

Ignazio Stagno
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Il Papa nel mirino del terrorismo internazionale. Ritorna dunque in Vaticano la paura per un altro attentato ad un Pontefice come quello che colpì nel 1981 Giovanni Paolo II per mano del Lupo grigio Ali Agca. La paura per un gesto clamoroso contro il Pontefice aleggia da quando Bergoglio diventato Papa. Come racconta il Corriere della Sera, la scelta di vivere a Casa Santa Marta, altamente simbolica, rappresenta un'incognita. È un albergo, per quanto unico, e dunque riceve dall'esterno forniture di pasta, pane, carne, si fa notare. Per quanto super-controllato, separato dall'Italia solo dalle mura che danno su via di Porta Cavalleggeri, il luogo è abbastanza penetrabile. E dunque, in teoria il pericolo aumenta. Si aggiungano le udienze nelle quali il Papa cerca di incontrare e di intrattenersi con più gente possibile. Ma a preoccupare di più sono i segnali che arrivano per il Papa dall'Isis. Ad allarmare il Vaticano sono i filmati degli ostaggi decapitati dai macellai dell'Isis, lo Stato islamico che ormai sta superando in crudeltà Al Qaeda; e che, oltre a fare proseliti in Europa, alimenta i timori di un attacco contro il Pontefice che ha unito in preghiera cattolici, ebrei, musulmani e ortodossi. La sfida dell'Isis - Sempre come racconta il Corriere, "Dabiq" , la rivista online dell'Isis, diffusa da luglio anche in Europa in lingue diverse, a ottobre del 2014 ha messo sulla sua copertina digitale un fotomontaggio. Campeggia un'immagine di piazza San Pietro con l'obelisco sovrastato dalla sua bandiera nera e il titolo: "La Crociata fallita". L'Isis promette di non fermare la Jihad, la Guerra santa dell'Islam, "finché non ci troveremo sotto gli alberi di ulivo di Roma ed avremo distrutto quell'edificio osceno che si chiama Casa Bianca". Nelle ambasciate occidentali a Roma si avverte una certa inquietudine. Tra i diplomatici ci si scambia impressioni che danno corpo agli scenari più foschi. Ma i servizi di sicurezza italiani e vaticani appaiono più cauti. Non esistono indizi di attentati clamorosi in preparazione da parte del gruppo terroristico. L'unico timore è che qualche affiliato europeo, per imitazione prepari un'azione dimostrativa fai-da-te. E dalle cellule impazzite del terrore può arrivare la mossa più pericolosa...

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