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La bufala della sinistra sulla scuola vietata ai Rom

Andrea Tempestini
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Chissà, forse verrà un giorno in cui la sinistra italiana farà pace con il cervello. Certo, prima dovrebbe riuscire a procurarsene uno. Gli organi mancanti, però, vengono ben compensati dalla malafede. In questi giorni infatti è andato in scena uno spettacolo al cui confronto la macchina del fango è un catorcio. Repubblica di sabato 29 novembre titolava in prima pagina: «“Fuori i bimbi rom dalle scuole”. Blitz dei neofascisti a Roma». Oddio, che orrore. Ma che è accaduto? Vediamo i fatti. Venerdì circa 500 ragazzi del Blocco Studentesco, l'associazione giovanile di CasaPound, hanno manifestato davanti a un istituto in via Lombroso a Roma. Hanno sventolato il tricolore e mostrato uno striscione con scritto: «Stop alle violenze dei rom». Motivo della protesta? La situazione del quartiere Torrevecchia. A qualche centinaio di metri dalle scuole di via Lombroso, infatti, c'è un campo rom. E la convivenza non è proprio tranquilla, fra studenti e zingari. Parentesi: ora possiamo chiamarli zingari poiché Guido Ceronetti, su Repubblica, ha spiegato che effettivamente è la parola più corretta. Libero (facendoselo confermare da un docente universitario zingaro, appunto), scrisse la stessa cosa vari anni fa, e fu accusato di odiare le minoranze. Chiusa parentesi. Chi ha detto che ci sono problemi fra i residenti e i rom? Il giornale del partito nazista? No, il Messaggero, pochi giorni fa in un articolo in cronaca. Titolo: «Rom attaccano tre scuole: lanci di pietre contro gli studenti». Nel pezzo si leggono le dichiarazioni di un dirigente scolastico: «I ragazzi entrano ed escono da scuola tra gli insulti, le offese. Spesso i rom gli lanciano anche bottiglie e sassi». A confermare la gravità della situazione ci si mette pure un politico, Andrea Montanari. Un leghista? Un fascistone? No, il capogruppo nel XIV Municipio della lista Marino. Il quale spiega che «le incursioni cominciano a preoccupare (…) Ci sono tre scuole attaccate a un campo: c'è poco da aggiungere». A questo punto, i ragazzi di CasaPound vanno a manifestare. Ed ecco che la sinistra tutta si solleva. Repubblica scrive che il nucleo di giovani fascisti ha «di fatto impedito che 90 ragazzini e ragazze del vicino campo nomadi potessero andare chi alle materne, chi alle elementari e chi alle medie». Oddio, ma che gente sono, questi ultradestri? Si sono piazzati davanti alle scuole e hanno fatto la selezione come nei lager? Il vicesindaco di Roma Luigi Nieri (Sel) ha subito parlato di «un gesto vergognoso e grave, un atto di razzismo». Nichi Vendola ha denunciato il «pogrom di stampo neonazista». Massimo Gramellini sulla Stampa - non potendo, in mancanza di materia prima, strapparsi i capelli per lo sdegno - ha scritto di non riuscire a credere che Salvini legittimi i fascisti. Gad Lerner su Repubblica ha inveito contro l'estrema destra «fascioleghista» del solito Salvini (reo fra l'altro di aver organizzato un blitz in un campo rom di Bologna solo per farsi assaltare dai centri sociali) e ha spiegato che «la caccia al rom viene orchestrata da piromani a sangue freddo», i quali sarebbero appunto i leghisti e CasaPound. Poi, però, è successa una cosa singolare. La Questura di Roma, che fino ad oggi non risulta iscritta a CasaPound né alla Lega, ha diffuso un comunicato in cui si legge che la manifestazione di venerdì «non ha creato pericolo o intralcio al traffico cittadino né tantomeno ha impedito agli studenti di accedere all'interno delle aule. Anche le attività all'interno del campo nomadi sono proseguite regolarmente e non risulta che sia stato impedito il passaggio di alcuni bambini rom che stavano andando a scuola». Significa che i titoli dei giornaloni progressisti sono falsi. Perché allora tutto questo casino? Per via delle dichiarazioni di due cooperative, ArciSolidarietà ed Eureka, che lavorano nel campo rom (e dunque si suppone abbiano interesse a fare le vittime). Le quali coop, fra l'altro, non dicono che i «fascioleghisti» hanno impedito l'ingresso dei bimbi, bensì che i genitori rom hanno preferito non mandarli a scuola. Repubblica cita perfino il comunicato della Questura, smentendosi da sola. Poi però grida al nazismo di ritorno. Tutti i giornali riportano i deliri di Vendola sui pogrom, le svalvolate di Lerner e Gramellini sulla Lega, le dichiarazioni indignate del Pd (la deputata Coscia ha presentato un'interrogazione ad Alfano) e i pianti dell'Arci. Mentono spudoratamente pur di attaccare i razzisti destrorsi. E poi c'è chi ha il coraggio di sostenere che Alfonso Signorini rovina la reputazione dei giornalisti. di Francesco Borgonovo

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