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Loris, i drammatici segreti di Veronica: il rapporto con la madre, il tentato suicidio, la gravidanza inattesa, la "vita infelice"

Giulio Bucchi
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Una vita difficile, drammatica, frustrante. "Sì, è vero, sono stata infelice ma questa non è una prova". Si difende così Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris in stato di fermo da lunedì notte con l'accusa di omicidio aggravato del figlio di 8 anni, trovato senza vita sabato 29 novembre a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. A convincere gli inquirenti, oltre ad alcuni indizi e alle contraddizioni delle versioni fornite dalla donna, ci sono alcuni aspetti psicologici e comportamentali della giovane mamma emersi in questi 10 giorni di indagini.  Le urla disumane e il mutismo - Le reazioni emotive di Veronica sono risultate incoerenti, al netto del dramma della morte del figlio: quella mattina non ha voluto avvisare il marito, Davide Stival, al Nord per lavoro. Risultato: l'uomo ha saputo della morte del figlio su Facebook, nonostante in quelle ore avesse scambiato telefonate e sms con la moglie. "Non volevo farlo preoccupare", ha spiegato Veronica agli inquirenti increduli. E ancora: le "grida strazianti" della donna, una volta appresa la notizia del ritrovamento del corpo di Loris, disumane, le scenate isteriche alternate, nei giorni successivi, ai lunghi momenti catatonici, distesa nel letto o sul divano, senza parlare né quasi mangiare. Uno choc che ha lasciato spazio agli interrogatori, in cui nonostante le contraddizioni evidenti delle sue versioni Veronica ha continuato a negare con forza ogni accusa, lasciando perplessi gli inquirenti e perplesso il marito.  Una vita "infelice" - Un comportamento quasi bipolare, o comunque proprio di una personalità problematica. E non a caso a Santa Croce Camerina ora molti fanno riferimento al passato difficile di Veronica, ragazza madre a 16 anni di un figlio, Loris, dicono "non voluto". Proprio come lei, la cui madre ha sempre ammesso di aver avuto per sbaglio da un uomo che poi non ha riconosciuto la figlia, cresciuta da un altro padre. Il rapporto difficile con la mamma ha condizionato l'adolescenza della Panarello, che ha tentato il suicidio a 14 anni provando a impiccarsi con un laccio al collo. Una vita di solitudine, rancori e amarezze non risolta dall'unione con Davide, spesso lontano da casa per lavoro. Da sola, ancora, e con due figli piccoli da accudire, secondo i conoscenti della coppia Veronica era solita sfogare la propria frustrazione con violente scenate al marito. "Non è una prova dell'omicidio del mio piccolino", contesta giustamente la donna. Ma un tassello di un quadro più grande, secondo gli inquirenti, questo sì.

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