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Omicidio Loris, Veronica Panarello e il giallo del cellulare: quel traffico dati misterioso nelle ore del delitto

Gian Marco Crevatin
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Si continua ad indagare sull'omicidio del piccolo Loris Stival, scomparso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, a Ragusa. La procura continua a chiedersi come abbia fatto Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris e prima indiziata nell'omicidio, a strangolare il bimbo tutta sola, trasportandolo per le scale dal terzo piano a terra fino alla Polo nera del garage per poi gettarlo nel canale di scolo del Mulino vecchio. Se lo chiede pure il Messaggero di oggi, 16 dicembre, che sulla questione introduce un nuovo elemento: la Polizia postale di Catania infatti, sta analizzando il telefonino della Panalrello per scoprire quel "traffico dati assolutamente inusuale, anzi abnorme, di quasi 45 minuti". La connessione internet - Stando all'accusa, che afferma che nel corso dell'uccisione del piccolo Loris Veronica chiedeva (e otteneva) aiuto, quel Samsung era quasi sempre collegato a internet. Magari su Whatsapp. La Polizia sta tentando di capire e soprattutto ricostruire quei 45 minuti di connessione continuativa a internet, e tutto sarebbe più semplice se non ci fosse quel buco nero del Garage: nessuna telecamera arriva fino a dentro. Dalle 8 e 48 alle 9 e 23 quando riparte, avrebbe potuto esserci qualcuno con lei. Il mistero del ritrovamento - Resta poi il mistero del cacciatore, Orazio Fidone, che ha trovato Loris nel canale di scolo. Completamente scagionato dal gip, la sua Suzuki parla per lui, ma resta un quesito di fondo. Fidone afferma di essere andato al Mulino quasi a colpo sicuro, per un presentimento. Ma se invece gli fosse arrivata un imbeccata, magari involontaria? Magari si riuscirebbe a venire a capo del mistero di Veronica: chi ha chiamato in quei 45 oscuri minuti, tre quarti d'ora di traffico internet "assolutamente inusuale", per farsi aiutare.

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