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Frequenze tv, su Berlusconi e De Benedetti la mannaia di Renzi

Nicoletta Orlandi Posti
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Entro giovedì prossimo sarà riformulato l'emendamento del governo al Milleproroghe sui canoni per le frequenze tv che ha provocato tensioni tra Pd e Forza Italia perché gli azzurri lo hanno visto come una ritorsione contro Mediaset mentre si consumava la rottura del patto del Nazareno. Di fatto il nuovo testo non cambierebbero nè la sostanza della norma che riporta la materia sotto il controllo ministeriale dopo la contestata delibera Agcom dello scorso settembre, nè la scadenza per il pagamento degli oneri fissata al 30 giugno prossimo. Nelle mani di Matteo - Di fatto Matteo Renzi non tiene "appesa" solo Silvio Berlusconi, ma anche, rivela il Fatto Quotidiano, l'ingegner De Benedetti. La società dell'ingegnere, infatti con le norme Agcom per ora congelate, rischiava un salasso da 47 milioni in otto anni, ma grazie al congelamento della stessa norma dovrebbe scendere a 13 milioni di euro quanto Rai e Mediaset. Nel 2014 però Persidera, che è  la società al 30% del gruppo Espresso e al 70% di Telecom Italia, ha saldato il conto con soli 802 mila euro. Secondo i calcoli del senatore di Forza Italia, Augusto Minzolini, per Mediaset si tratta invece di "una stangata da 50 milioni" inflitta dal governo Renzi, che utilizza a suo dire "metodi da Scarface". Alla denuncia dell'azzurro via twitter ha risposto il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: "Ma quale stangata da 50 milioni, Mediaset pagherà per la concessione la stessa cifra dello scorso anno, 17,5 milioni circa, e non avrà lo sconto. Con la norma, sbagliata, introdotta da Agcom avrebbe pagato 13 milioni, 4 milioni in meno". Poi spiega: "Fino allo scorso anno le emittenti pagavano l'1% del fatturato riferito ad attività televisiva. Per Mediaset si tratta di 17,5 milioni di euro circa. La Rai lo scorso anno ha pagato circa 25 milioni. Con il nuovo regolamento introdotto con una forzatura da Agcom, con il voto contrario del presidente Cardani, avrebbero pagato 13 milioni ciascuna, mentre le piccole tv avrebbero dovuto coprire il resto. Il governo ha congelato al situazione dello scorso anno, per cui Rai e Mediaset continueranno a pagare la stessa cifra di prima, in attesa di rivedere tutta la normativa. Il resto sono strumentalizzazioni politiche". TUtto sul tavolo - Di certo c'è che le modifiche sulle quali sta lavorando il governo riguardano la parte relativa all'invarianza del gettito complessivo rispetto al precedente regime: occorrerà stabilire se andrà calcolata sommando solo i canoni per le frequenze o tutti gli introiti del comparto televisivo, compresi quindi ad esempio i diritti amministrativi, non contemplati nella normativa applicata fino all'anno passato. Saranno tenuti a pagare con il nuovo regime gli operatori di rete, mentre nel precedente erano le emittenti a dover versare l'1% del fatturato.  I conti - Il totale dei contributi nel 2013 ammontava a poco più di 44 milioni: quelli dovuti da Rai erano poco più di 26 milioni, quelli dovuti da Mediaset oltre 17. La delibera approvata non all'unanimità dall'Agcom lo scorso settembre aveva decisamente cambiato il quadro, rimettendo gli oneri sugli operatori di rete con una riduzione del gettito complessivo almeno in una prima fase (da un minimo di 9 milioni a un massimo di 48 a regime) e delle quote per Rai (Raiway avrebbe pagato da 3 a 13 milioni a regime) e per Mediaset (Elettronica Industriale avrebbe pagato da 3 milioni a 13 milioni). Sarebbe stata tenuta a pagare una quota analoga anche Persidera, (da 1 milione e mezzo a 13 milioni), mentre Rete A, Prima Tv, Borghini-Rete Capri, Tre e Europa Tv avrebbero pagato somme decisamente superiori (da 1 a 5 milioni di euro) rispetto al passato. Così come le tv locali. L'obiettivo ora sarà di dividere gli oneri tra questi stessi operatori con una ripartizione che tenga conto delle forze effettive in campo. Il compito dovrebbe essere espletato entro qualche settimana, in modo - come stabilisce l'emendamento - "trasparente, proporzionato allo scopo, non discriminatorio". Intanto, in base ad un decreto ponte varato il 29 dicembre, gli operatori sono tenuti a versare come acconto il 40% di quanto dovuto nel 2013: 10 milioni e mezzo per la Rai, 7 milioni per Mediaset.

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