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Diaz, il poliziotto Tortosa si difende: "Ma quale fascista, ho votato Pd"

Nicoletta Orlandi Posti
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Continua a difendersi dalle accuse Fabio Tortosa, il poliziotto che a pochi giorni dalla condanna di Strasburgo per la mattanza al G8 di Genova ha scritto su Facebook: "Io sono uno degli 80 del VII NUCLEO. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte". L'agente, forse resosi conto della gravità delle sue affermazioni, non si è risparmiato nel rilasciare interviste per spiegare il suo pensiero. A La Zanzara, su Radio 24, ha poi voluto smarcarsi da quell'accusa di "fascista" che gli è piovuta addosso dopo il post sul social network, quando alcune testate hanno messo in evidenza il suo ruolo da vice­ presidente della squadra di football americano Lazio Marines, che pare "si distingua dalle altre per il motto Sieg Heil sancito a fine partita". Cosa, però, smentita dal presidente Fabio Pacelli.  Poliziotto Dem - "Io di destra?", ha detto Tortosa a Giuseppe Cruciani e David Parenzo. "No, alle ultime elezioni ho votato Pd". A La Zanzarà, Tortosa che fece parte del VII nucleo della polizia che entrò alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del luglio 2001, spiega: "Entrerei mille e mille volte alla Diaz perché l'operazione è stata ineccepibile. Poi c'è la verità processuale. Invece noi la verità la aspettiamo da 15 anni. Torture? Non lo so, io non le ho viste altrimenti sarei intervenuto. Ma so che il numero dei 'refertati' è incongruo con il numero di persone fermate dal VII nucleo. I feriti erano di più. Ho assistito a tutta l'operazione, non abbiamo ferito le persone come poi è venuto fuori. Noi con le violenze non c'entriamo, non abbiamo spaccato le teste. Lo rifarei, ma ci hanno fregato perché gli unici identificabili eravamo noi e servivano dei responsabili". "Non mi pento di nulla - dice ancora il poliziotto - non ho commesso reati. Non ho partecipato a nessun pestaggio, non ho spaccato teste, c'erano altri poliziotti dentro la Diaz. Ma a quelli del mio reparto hanno dato il marchio dei torturatori". Lei vuole dire che c'erano altri agenti che non appartenevano al vostro nucleo?, chiedono i conduttori. "Sì, era pieno. In borghese oppure con i fratini della Polizia. Armati in situazione di ordine pubblico", risponde l'agente. Cosa successe - Sono loro che hanno commesso le torture e le violenze?, gli hanno chiesto Cruciani e Parenzo. Tortosa rispone: “Vi racconto cosa è successo. Quando siamo entrati dovevamo effettuare il fermo di tutti gli occupanti che poi dovevano essere identificati da altri, da altri uffici della polizia. Un appartenente alla Polizia di Stato aveva segnalato la presenza di black bloc , il nucleo più duro che aveva impegnato le forze dell'ordine. Il cancello della Diaz era chiuso, lo abbiamo forzato e poi abbiamo forzato il portone d'ingresso. Nessuno dormiva, hanno raccontato bugie. Abbiamo trovato una resistenza dentro la scuola, già dalle finestre piovevano degli oggetti. Obiettivo era partire da ultimo piano e portare tutti i fermati all'interno della palestra, un'operazione durata meno di sei minuti. Poi ci hanno ordinato di uscire”. Lei ha picchiato?: “Non è la parola giusta. Abbiamo usato il manganello, certo, ma all'interno delle regole. E per sconfiggere la resistenza, fermare le persone e radunare i 93 occupanti nella palestra. Poi per l'identificazione sono rimasti altri agenti per un'ora dentro la Diaz”. E i responsabili delle violenze sugli occupanti chi sono?: “Non lo sapremo mai. Sono molto arrabbiato per quello che è successo dopo il nostro ingresso, ma io non ho commesso nessun reato”. Poi Tortosa dice che prima del G8 c'erano persone “che avevano dichiarato guerra all'Italia e alle forze dell'ordine dicendo che avrebbero violato la zona rossa. Casarini andava arrestato per quello che ha detto, in altri Paesi lo avrebbero arrestato prima”. Lei ha scritto che 'Carlo Giuliani fa schifo e fa schifo anche ai vermi sottoterra', perché?: “Perché noi siamo stati trattati come torturatori e colpevolizzati, mentre vedo che intitolano un'aula della Camera a Carlo Giuliani. E' uscita fuori la pancia. Di questo mi posso scusare, ma bisogna tenere conto di quello che abbiamo passato”. Massima severità - E mentre è partita una petizione online su Change.org che chiede provvedimenti disciplinari per Fabio Tortosa, da parte sua il ministro dell'Interno, Angelino Alfano assicura: "Faremo presto su fatti di simile gravità. Con tutta la celerità necessaria e con il dovuto rigore, valuteremo il comportamento del poliziotto in questione e i commenti che hanno avuto origine dalle sue dichiarazioni e che sono stati pubblicati sul social network". "Non escluderemo, pertanto", prosegue il ministro, "nessuna ipotesi di provvedimento disciplinare, anche quello di massima severità. Attenderemo, inoltre, le decisioni dell'Autorità Giudiziaria sugli eventuali profili penali di cui, naturalmente, terremo conto per l'individuazione dei provvedimenti da assumere".

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