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Immigrazione, 9mila profughi da piazzare. Cento per ogni provincia

Nicoletta Orlandi Posti
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Distribuire per ingiunzione gli immigrati sbarcati nelle ultime settimane in ogni provincia italiana. Ecco l'ultima carta del ministero dell'Interno per affrontare l'emergenza immigrazione. Dopo il flop della precedente circolare inviata ai prefetti, che tre settimane fa furono sensibilizzati, senza esito, a reperire 6.500 posti letto per i clandestini, il Viminale passa al pugno di ferro. Il dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, diretto dal prefetto Mario Morcone, ieri ha inviato una nuova direttiva ai rappresentanti del governo sparsi sul territorio: per trovare una sistemazione agli immigrati sbarcati sulle nostre coste, servono 9mila posti. Ogni Provincia, escluse quelle siciliane i cui centri di accoglienza sono già al collasso, dovrà farsi carico di un centinaio di profughi. «Abbiamo fatto, come Italia, una battaglia e stiamo ottenendo i primi risultati sulla equa distribuzione in Europa. Se l'equa distribuzione deve esserci tra i 28 Paesi europei, è chiaro che ci deve essere prima tra le Regioni italiane», spiega Angelino Alfano, ministro dell'Interno, che giovedì incontrerà Comuni e Regioni per discutere del piano per far fronte all'accoglienza. Prevista l'istituzione di una cabina di regia tra Viminale e amministrazioni locali per gestire l'emergenza. L'ondata di arrivi sulle coste italiane non si ferma. Nel fine settimana sono stati circa 6mila i migranti sbarcati. E ieri altri 873 sono approdati a Pozzallo, in Sicilia, mentre un centinaio di clandestini a bordo di un gommone sono stati soccorsi nel canale di Sicilia. In tutto dall'inizio del 2015 sono oltre 40mila i migranti entrati in Italia. Un flusso che finora ha pesato, ricorda il ministero dell'Interno, soprattutto sulle spalle delle Regioni del Mezzogiorno (in primis la Sicilia), che si sono fatte carico dell'accoglienza del 50% degli immigrati. Da qui la necessità del Viminale di riequilibrare la situazione, «anche per evitare problemi di ordine pubblico». Il piano che il ministero dopodomani sottoporrà agli Enti locali prevede una distribuzione dei migranti sull'intero territorio nazionale. E stavolta per evitare che le disposizioni rimangano lettera morta, ai prefetti saranno attribuiti poteri straordinari in nome dell'emergenza. Tra le ipotesi in campo anche quella di utilizzare, per la sistemazione dei profughi, le caserme dismesse del ministero della Difesa. Edifici, tuttavia, che essendo in disuso da anni avranno bisogno di opere di ristrutturazione per le quali il governo stanzierà, così come per gli impegni che saranno affidati agli Enti locali, fondi ad hoc. I governatori di centrodestra del nord, però, sono pronti a fare resistenza. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha già fatto sapere che non se ne parla: «Ribadirò al ministro dell'Interno che la Lombardia ha già dato». Per Maroni per gli «immigrati che entrano illegalmente nel nostro Paese c'è solo una cosa da fare: rimandarli a casa loro». Sulla stessa lunghezza d'onda Luca Zaia, numero uno del Veneto, che nei giorni scorsi ha ricordato come la sua Regione sia tra le «tre con il maggior numero di immigrati». Anche la Valle d'Aosta, nei cui centri di accoglienza sono ospitati 62 profughi, ha già detto no alla richiesta di aumentare i posti letto: «Non ci sono strutture idonee». L'opposizione va all'attacco del governo. «Alfano che propone di smistare gli immigrati in tutte le Regioni è lo stesso che proponeva l'affondamento dei barconi?», si chiede Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Forza Italia). Per il senatore azzurro le misure del Viminale «vanno nella direzione sbagliata. Ad Alfano ricordo che il Senato ha approvato una risoluzione che prevede per l'Italia la possibilità di ricorrere, in base alla Carta dell'Onu, anche al blocco navale, oltre alle sanzioni economiche, nei confronti dei Paesi che incoraggiano l'immigrazione clandestina. Accogliendo e distribuendo i migranti, l'esecutivo sta facendo l'esatto contrario». di TOMMASO MONTESANO

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