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Pavia, ruba il pieno di benzina: assolta per la "particolare tenuità del fatto". Effetti della riforma Renzi

Andrea Tempestini
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Fare il pieno di benzina e non pagare un euro. E' possibile, parole di giudice. Il caso arriva da Pieve Porto Mortone, in provincia di Pavia. Una donna aveva fatto rifornimento, e al momento di pagare ha spiegato di non avere soldi per saldare il conto con all'area di servizio Total Erg. La donna si era però impegnata a saldare il debito con una dichiarazione scritta. La promessa non è mai stata mantenuta, così la donna è stata denunciata e processata con l'accusa di insolvenza fraudolenta. Effetti collaterali - La sorpresa, però, è arrivata con la pronuncia del giudice, dello scorso 6 maggio: Camelia Serban, 30enne, è stata assolta. Si tratta dell'effetto collaterale della nuova legge del governo Renzi sulla depenalizzazione dei reati minori. La signora, infatti, è stata assolta per la "particolare tenuità del fatto". Il giudice ha spiegato che il fatto era di scarsa rilevanza, sia per la cifra non saldata sia per il tipo di reato. A favore della donna, inoltre, il fatto che risultasse incensurata. In definitiva, la signora ha fatto un pieno da 121,48 euro senza mai pagarlo. Le motivazioni - Il fatto risale al 28 agosto del 2012, quando la signora Serban disse al gestore della pompa di benzina di essersi accorta di non avere con sé il denaro necessario per pagare. Come detto, poi è scattata la denuncia. Il caso si è trascinato per tre anni, fino alla paradossale sentenza: "Si può concludere per l'assoluzione dell'imputata - si legge nelle motivazioni della sentenza - perché non punibile. Effetti, come detto della riforma made-in-Renzi approvata lo scorso 16, il decreto legislativo 28/2015, sulla depenalizzazione di alcuni reati.

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