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Bergamo, moschea abusiva nella casa di un esponente di Fratelli d'Italia

Nicoletta Orlandi Posti
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Doppia sorpresa per i poliziotti di Bergamo, che, quando sono andati a ispezionare un appartamento in centro, hanno prima scoperto che si trattava di una moschea abusiva, poi che il proprietario è un esponente del partito Fratelli d'Italia che da tempo si batte contro la realizzazione di una vera moschea in città. La denuncia di Forza Italia - Il blitz è scattato dopo un'interrogazione di Forza Italia sui risultati dei controlli della polizia locale sulle presunte moschee abusive a Bergamo. L'assessore alla Sicurezza Sergio Gandi aveva denunciato che un appartamento di via San Bernardino, ufficialmente sede dell'associazione Al Madinahun, veniva invece usato come centro di preghiera. Immediatamente sono scattate le sanzioni previste per utilizzo dell'unità immobiliare in maniera difforme dagli strumenti urbanistici sia per l'affittuario che per il proprietario. Si è così scoperto che la casa apparteneva appunto a Rey Brembilla, candidato alle ultime elezioni amministrative con Fratelli d'Italia. La difesa -  In una nota Fratelli d'Italia, Alleanza Nazionale Bergamo parla di "una strumentalizzazione vergognosa, fatta apposta per distrarre dal vero nocciolo della questione. Respingiamo al mittente la pietosa strumentalizzazione della sinistra bergamasca circa il caso di Rey Brembilla. Come già spiegato dal suo legale, lo stesso Rey Brembilla era totalmente ignaro che all'interno dei locali regolarmente affittati l'associazione in questione svolgesse attività di preghiera non autorizzate. Anzi, Brembilla è parte lesa: appena scoperto cosa accadeva nei suoi locali aveva inviato delle diffide, già protocollate a gennaio, e tramite il suo legale si era messo a disposizione del Comune per le procedure di sgombero. Come lo si può far passare per colpevole?" "La sinistra bergamasca - continua la nota - vuole distrarci dai temi seri, speculando politicamente su vicende estranee alle responsabilità di Brembilla? Ci spieghi allora se non ci sia conflitto d'interessi politico e se sia solo un caso il fatto che l'avvocato difensore del centro islamico illegale sia quell'Hegazi che era anch'egli candidato per il comune, ma nelle lista del sindaco Gori. Il centrosinistra renda conto alla città delle attività di monitoraggio che sta mettendo in opera per prevenire situazioni di degrado e pericolo sociale, invece di gettare in pasto ai giornali notizie tendenziose".

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